Egregio commissario, a Rovigheto serve l’ordinario non lo straordinario
28 marzo 2019
Egregio dott. Nicola Izzo, le scrivo in qualità di cittadino contribuente da decenni del comune di Rovigo. Quindi titolato, oltre che elettore. Lei è stato nominato Commissario Prefettizio affinché “…gestisca provvisoriamente, compiendo quelle azioni che competono a un percorso ordinario, il capoluogo…”. Considerato che tra due mesi o poco più lei ritornerà da dove è venuto, la pregherei da ottimo servitore dello Stato essendo giunto ai massimi gradi della Polizia di Stato (probabilmente con accanto quella gran persona, e mio amico, Sandro Valeri) di fermarsi dall’attuare percorsi che ritengo “straordinari”(anche se nei primi 45 giorni può farlo, cioé quasi sempre, visto il suo brevissimo mandato sic). Se è vero, come ho letto, che addirittura vorrebbe accendere un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per risolvere l’annoso” problema ex Maddalena”. Lasci alla politica, a chi surrogherà la passata amministrazione, decisioni che in modo o nell’altro ricadranno sulle spalle dei rovigotti. Basta debiti. Si fermi. La prego. Capisco benissimo che la sua prestigiosa carriera è disseminata da “… signor sì…” come quella dei militari che debbono percorrerla osservando ordini che provengono “dall’alto”. Quindi, l’appello, “di un sottoposto” privo di gradi, se non quello di residente, che le rivolgo mi auguro non riempirà solamente la rassegna stampa. Come avrà avuto modo di comprendere, il fatto che lei temporaneamente sia stato chiamato a sopperire un vuoto della politica locale (derivato dai vari commissariamenti che anche le principali forze politiche hanno attuato nei rispettivi partiti) è la dimostrazione del servilismo che qui alberga. Qui troverà distese di lacchè che, come Mitridate si abituo’ a bere veleno senza trovarlo amaro, la ossequieranno. Abituato immagino dalla strutturale disciplina che ha condotto la sua vita, accetti questa “disobbedienza”, gioiosa e dolorosa, che consiste nel dovere civico di richiamarla semplicemente al suo ruolo. Roberto Magaraggia
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