La pagella della settimana
17 febbraio 2020
CVD (come volevasi dimostrare). Questi mesi di reiterati miei articoli sul futuro del Tribunale, e sull’atteggiamento del sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, si sono rivelati preveggenti, cari e privilegiati lettori del blog. Ora avete depositata una serie di fatti che potrete rileggere, e che vi chiariranno e confermeranno il percorso di uno spettacolo indecoroso, sfociato in farsa. Quando era stata eletta la nuova amministrazione cittadina, issata a Palazzo Nodari grazie a un centro-destra composto da incompetenti della politica, avevo tratteggiato il primo cittadino come un Signor Bonaventura che inizia l’avventura (nella vita si può essere un ottimo professore, un buon podista, uno pessimo nuotatore, ma anche uno scarso pilota politico, che va a schiantarsi sul primo rudere, come il Maddalena, incontrato). Profezie che repentinamente si sono avverate. Tanto che si è passati dal “chi è e chi non è (il sindaco era un emerito sconosciuto per la stragrande maggioranza dei rovigotti) al chi si crede di essere”. Lo attestano le dichiarazioni di consiglieri di maggioranza e opposizione, ma soprattutto di cittadini della piazza, tanto da venire paragonato a uno “scalatore solitario, alla Messner”, mentre altri satireggiando rievocano invece un locale Marchese del Grillo, il ricco e nobile personaggio del meraviglioso film del regista Mario Monicelli interpretato dal mitico Alberto Sordi, famoso per la battuta : “…io son io e voi non siete un c….”. Voto 2
Eccovi comunque una serie di fatti, non di “fattoidi”, ovvero di avvenimenti non veri che però qualcuno potrebbe professoralmente cercare di unirli artatamente, per fornire l’impressione a dei creduloni, di essere veri.
A) Edoardo Gaffeo è sindaco di Rovigheto dal 26 giugno 2019. Prima di essere eletto, in campagna elettorale, è stato l’unico che, tra i candidati, ha allestito un banchetto per raccogliere le firme “contro lo spostamento del tribunale da Via Verdi”. Circa 500 cittadini sono accorsi per firmare.
B) Durante la precedente amministrazione, targata Massimo Bergamin, era stato paventato dai “romani” lo spostamento a Rovigheto, negli spazi inutilizzati dell’ex carcere e limitrofi al Tribunale, del Reclusorio (carcere minorile) da Treviso, patria del governatore Luca Zaia. Pensare che un “soldato”, prono e leghista impreparato come l’ex sindaco, potesse avere un sussulto di dignità e dicesse: “..caro Zaia, il carcere non lo vogliamo, tienitelo pure tu, abbiamo già dato, grazie lo stesso?” Ma dai, non ci si pongono domande così imbarazzanti? Infatti fino ai primi di gennaio 2017 la destinazione dell’ex carcere era ancora per il probabile allargamento del Tribunale. Ma in estate, certamente su pressione di Treviso, Rovigheto è stata politicamente asfaltata.
C) 16 aprile 2019. Dichiarazione del capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini : “…Tante cose cambiano e potrebbe succedere di tutto…”. Si riferiva alla aggiudicazione, del novembre 2018, alla 3ti progetti Italia ingegneria integrata Spa, relativa alla progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di realizzazione del ” Nuovo istituto penale per minorenni del Triveneto a Rovigo…”. Aggiungendo che “…i termini non sono scaduti perché l’aggiudicazione definitiva va fatta per il “…progetto esecutivo del lotto funzionale…”. Ma anche il provveditore dell’Amministrazione penitenziaria del Triveneto, Enrico Sbriglia, aveva avanzato un “suggerimento arguto”, senza : …poter dare risposte esaustive su un procedimento che riguarda il Dipartimento che si occupa delle problematiche giuridiche…”, ma aggiungendo che “…Recuperare lo spazio della casa circondariale di Treviso consentirebbe di organizzare meglio la struttura…”. Tradotto per i tonti: cari politicanti rovigotti se avete i coglioni, non tra di voi, ma nel posto giusto, fatevi sentire politicamente perché siamo in Italia, e nulla è mai definitivo.Quindi potete rifiutare il Reclusorio e lasciarlo nella Marca. (ponte di Messina docet, sic)
D) Affermazioni di persone competenti e titolate, dunque. Ma che dipendono, in quanto impiegati funzionari, dalle decisioni che assumo i politici. Ovviamente se ci sono. E’ l’11 aprile, sempre del 2019. Parole pronunciate in pubblico dell’onorevole Francesca Businarolo, 5 Stelle, che occupa un importante ruolo: è la presidente della Commissione Giustizia del Camera. Quali sono le sue affermazioni? Eccole. “Il Tribunale, non se ne fa nulla, rimane dov’è e verrà rimodernato…Girano informazioni false, a cominciare dal fatto che me ne sarei occupata, al contrario fino ad oggi non è mai stato un tema che ho avuto l’opportunità di approfondire… Non è stato ancora deciso se l’ex carcere di Via Verdi possa diventare istituto penitenziario minorile…”. Cita poi l’ultima Relazione sullo Stato dell’amministrazione penitenziaria, al paragrafo 3,5 (edilizia penitenziaria) dove vi è scritto “…E’ tutt’ora in corso di valutazione il progetto di ristrutturazione del complesso demaniale sede dell’ex casa circondariale di Rovigo, acquisito dal Dipartimento per la giustizia minorile…al fine di risolvere l’annosa problematica dell’Ipm di Treviso carente di spazi…”. “Credo -conclude- che il tema sia troppo delicato per essere usato come clava in campagna elettorale, soprattutto se non si hanno le informazioni corrette”. Questi i fatti, due mesi prima dell’insediamento di Gaffeo. Nulla quindi di definitivo era stato ancora deciso. Alla luce di quanto sta in questi giorni accadendo, significa che l’onorevole 5 Stelle Businarolo non ha minimamente mantenuto la parola e l’impegno assunto pubblicamente a Rovigo sulla questione Tribunale. Eppure dalla sua parte politica c’é anche il ministro della Giustizia, Bonafede. Mi auguro che quanto prima non sia più rieletta al parlamento, e se ne ritorni a Este. (anche perché concluderebbe i due mandati, anche se sono convinto che cambieranno lo statuto, e si rimangeranno l’impegno).
E) sessanta giorni dopo queste affermazioni, arriva sul ponte di comando Gaffeo e si fascia col tricolore da sindaco di comune capoluogo di provincia. Sconosciuto a quasi tutta la popolazione. Dopo aver svolto il ruolo di professore di economia a Trento, e aver trascorso oltre un decennio tra i banchi dorati con i banchieri, dove il dio denaro è l’argomento principe. Gomito a gomito con i grandi, come Giovanni Bazoli e così via, che gli hanno permesso di incrementare la sua dichiarazione dei redditi fino ad arrivare a 230.000 euro. Ora deve però affrontare la res pubblica, cosa assai diversa dalle lezioncine impartite agli studenti. Ha innanzitutto un dovere morale da onorare, perché ha speso una parola, assumendosi un impegno solenne: “Se mi eleggerete sindaco, da via Verdi il carcere non verrà spostato”. Rafforzato inoltre con un altro giuramento: “Convocherò subito a settembre un consiglio comunale per decidere insieme sul futuro del Tribunale”.
F) Inizia invece subito una melina, tutta personale, nel trattenere il problema scottante del Tribunale e riporlo nel frigorifero. Mentre i mesi trascorrono, e gli incompetenti dell’opposizione dormono. Non comprendono cioè che se il primo cittadino fa lo “sbadato” lo possono “stanare”, raccogliendo le firme necessarie per convocare loro un consiglio comunale monotematico.
G) Intanto Gaffeo prosegue imperterrito (è persona intelligente, furba e scafata) il suo percorso cestinando ogni suo impegno: “… Negli enti saranno nominate solo persone con un curriculum superlativo…”. Abbiamo poi visto che bastava essere candidati inseriti nella sua lista, per ottenere un occhio di riguardo. Decideva nomine e percorsi in solitaria, come la nomina del giunta, corroborato dalla certezza che qualunque cosa facesse era supportato da una pattuglia di “timorati del potere”. Nello Chendi fu l’unico che ebbe il coraggio civico di richiamarlo alla collegialità. Non lo degnò nemmeno di risposta; ci pensarono i frequentatori della sua anticamera, zittendolo e isolandolo. Tutto ciò perché dalla sua ha la certezza che la maggioranza mai al mondo lo sfiducerà, qualunque azione o decisione assumesse.
H) Ora i nodi sono però arrivati al pettine. La maschera gli è caduta rovinosamente, mostrando il suo vero volto. Portandolo addirittura a perdere il self-control. Quando ha risposto, dopo la pubblicazione della sua famigerata lettera di novembre 2019 indirizzata al Ministero di Roma che svelava il doppio gioco, a un giornalista di un quotidiano locale, il 15 febbraio 2020. Dimostrando un “appannamento intellettuale”. Ecco tratti della sua maldestra controffensiva, nel tentativo di difendere l’indifendibile.
I) Ha dichiarato: ” …Se il Tribunale se ne andrà da via Verdi non è colpa mia, ma dell’Amministrazione che ci ha preceduto”. Suvvia Gaffeo, non scenda nelle solite miserevoli frasi usate dalle mezzecalze della politica, una volta raggiunto il potere, in momenti di difficoltà. Legga invece le date sopra riportate, e le dichiarazioni.
L) “Gli atti -sostiene- parlano dell’inizio di un “dialogo” tra Ministero di Grazia e Giustizia e Demanio per l’acquisizione dell’ex carcere, che iniziata nel 2016 dove risulta che Bergamin non si sia mai interessato…”. Sarà stato certamente così. Ma lui era il Berga, un disastroso sindaco mandato a casa dai suoi. Lei è invece Gaffi: non vuole dimostrare che esiste una differenza?
M) Aggiunge poi “…Il DAP (Dipartimento amministrazione penitenziaria ndr) mi ha confermato ieri (14 febbraio 2020, sic) che i lavori per l’arrivo del carcere di Treviso in via Verdi sono in stato avanzato e l’obiettivo è portarli a termine. Solo un intervento della politica potrebbe rimettere in discussione il progetto. E’ quello che faremo, appoggiati anche dal Ministro Francesco Boccia”. La prego, rifletta prima di fare harachiri. Dice solo “ieri” ha avuto notizie? Ma in tutti questi mesi che ha fatto? Il ministro Boccia è arrivato poi la scorsa settimana a Rovigheto. Perché non l’avete interessato molto prima?
N) Ha ragione un professore universitario quando afferma che ci vorrebbe l’intervento della politica per scongiurare l’arrivo del reclusorio e utilizzare gli spazi per allargare e rimodernare i tribunale. Giusto. Infatti i rovigotti pensavano che a Rovigheto fosse arrivato invece un sindaco, coerente. Che al posto di distrarsi e tramare in solitaria per ben otto mesi, senza coinvolgere gli eletti del Consiglio comunale e la città, avesse convocato ad Agosto 2019, come promesso, un consiglio comunale monotematico. In quello storico momento una delibera votata all’unanimità avrebbe potuto ottenere risultati importanti a Roma. Di più, proprio nel momento del cambio di governo, dove vi era un vuoto politico, una mozione politica unitaria poteva salvare dalla morte il centro del Borgo Rovigheto. Facendo valere “la politica”, sindaco. E non convocando, perché tirato per la giacca, un Consiglio farsa di fine febbraio 2020, a decisione avvenuta. Scimmiottare ora e stracciarsi le vesti è, oltre che patetico, un insulto all’intelligenza.
O) Ma a mettere qualche dubbio alla sua intelligenza politica ci sono queste affermazioni: “…Avviare i lavori dell’ampliamento del tribunale in via Verdi significherebbe bloccare la città, comprese le vie adiacenti per circa due anni. Il tempo minimo necessario per terminare il cantiere. Un danno che potrebbe essere determinante per i commercianti…”. Dichiarazioni incredibili, molto preoccupanti se dette dal Sindaco. Per lui che sia meglio quindi creare un danno duraturo ai commercianti, spostando definitivamente il tribunale? Ci spieghi: i lavori che accorreranno per realizzare il carcere minorile, saranno effettuati usando l’elicottero? Ma ci faccia il piacere!
P) E aggiunge poi:”…In commenda, all’ex ospedale Maddalena saremo all’interno del circondario della città. Se poi c’è chi intende solo le aree intorno alla piazza, è una presa di posizione discutibile…”. Certo, molto discutibili, come le sue parole. Il Maddalena è collocato nel “Bando delle periferie”: sindaco, capisce cosa significa “PERIFERIA”?
Q) L’intervista la conclude però superandosi: ” …In campagna elettorale abbiamo raccolto le firme per far restare in centro il tribunale, in quanto esisteva il pericolo concreto della realizzazione della Cittadella della Giustizia al Censer. Il commissario prefettizio e il presidente del tribunale si erano attivati in questa direzione: solo successivamente è emerso che lo stabile era ipotecato e dunque la cosa non era fattibile. In quel caso il decentramento in Viale porta Adige rappresentava davvero un pericolo concreto…”. A tutti capita di avere un calo degli zuccheri. Dunque Gaffeo andrebbe ringraziato perché, a insaputa di tutti, ha salvato il trasloco in Viale porta Adige del Tribunale. Ma non si è reso conto che il Maddalena dista pochi centinai di metri in linea d’aria dal Censer? Ma di che sta parlando? Ci mette pure la disinformazione. I due “ministeriali” giunti da Roma per valutare la possibilità del trasferimento al Censer (vero che la causa era perorata dal Presidente del Tribunale) hanno ritenuto inidonea la sede, scartandola, sindaco. Ma è oltremodo preoccupante che un economista, che dovrebbe conoscere e aver letto le carte, abbia fatto confusione. L’ipoteca di circa 4 milioni di euro gravava sul Maddalena, e non sul Censer. Capito?
MORALE DELLA FARSA? Esiste un’unica verità: se la politica con la P maiuscola voleva e vuole, l’ex carcere non arriverà a Rovigheto, e il Tribunale si potrà allargare e ristrutturare, come meriterebbe. Sarebbe inoltre l’occasione per chi “odia La Lega” , come Grillini e Piddini, di restituire a un big come Zaia il “regalino”. Staremo a vedere. Tra pochi giorni però immagino che da Roma arriverà, come concordato, il telegramma: “Si comunica che il finanziamento Bando Periferie è stato stanziato”. Così verrà sepolta l’arrabbiatura sul Tribunale. E i rovigotti deglutiranno il resto del corpo del reato, marrone, come sempre. Ci saranno i palafrenieri del sindaco in corteo che annunceranno che finalmente è riuscito a ottenere i schei. Si seppelliranno i lunghi coltelli, per rispolverare le lunghe forchette. Tutti invitati alla tavola imbandita: sia la claque di maggioranza che l’inesistente opposizione. Rappresentazione di una popolazione sempre succube e schiava dei potenti e prepotenti di turno. Tanto che mi fanno ricordare Corrado Guzzanti quando invocò Berlusconi, che era agevolato nel governare da una opposizione di sinistra inesistente e correa, supplicandolo attraverso una folgorante battuta che, tradotta localmente, potrebbe essere: “Gaffeo ricordati degli amici”.
Sulla scia di chi ama il Polesine e la sua città, e quindi si vergogna di chi momentaneamente la rappresenta o l’ha rappresentata, ecco alcuni spunti. Amazon: l’apertura slitta da primavera in autunno. Intanto da 1500 gli addetti si riducono a 900. Poi si cercano “capi reparto” tra ex militari. Anche i sindaci del circondario si fanno sentire, naturalmente in ritardo. Riuniti in assemblea, direte? Ma no, tra una portate e l’altra mentre magnano a San Bellino ad una festa. Si preoccupano ora dei problemi alla viabilità che potrebbero produrre i mezzi di trasporto. Anche i sindacalisti iniziano a interrogarsi. Se ci voleva la prova del nove dell’arretratezza socio-culturale-sindacale, eccovi serviti. Voto
Ecco le iniziative che mi procurano un enorme piacere. Quando si cerca di ricreare informando la futura classe dirigente e cittadina operando alla base, sin dall’infanzia, dalla giovinezza, quando ancora si possono impartire lezioni etiche. Ecoambiente ha deciso di transitare nelle scuole per informare, e quindi formare gli studenti sull’importanza e il corretto uso dei rifiuti. Voto 9
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