La pagella della settimana
23 marzo 2020
Capisco benissimo che in questo particolare momento che sta coinvolgendo il nostro Paese meriti più considerazione e rispetto chi adotta il silenzio invece delle tante chiacchiere e stupidaggini proferite. Anche perché in questa nostra epoca starsene zitti determina paure. E allora si decide di “dar aria alla bocca”. Non voglio però affiancarmi al plotone di esperti, politicanti, imbecilli, coglionivirus che hanno inondato e inondano oramai il nostro mal-vivere quotidiano. Perché ho chiaro di non aver chiaro niente. Per cui esprimere un mio pensiero diviene impegnativo, difficile, onesto, direi. Quando non si possiedono risposte, le domande però divengono legittime. Sempre. Eccole, senza voto finale: vorrei conoscere esattamente quanti morti ci sono ogni giorno attribuibili “solamente” al Cov19? Senza se e ma, aggiungendovi “altre patologie”. Inoltre; qual é l’esatta media dell’età dei deceduti? Come esattamente si viene “infettati”? Ancora: quanti metri di distanza dobbiamo mantenere da un nostro simile? In quanto tempo avviene l’incubazione? 7 o 15 giorni? Poi, vorrei capire per bene se le regioni settentrionali siano l’emblema della sanità modello europeo, o dico mondiale, come è sempre stato detto. Quando succedono accadimenti come questi, non dovrebbe attivarsi, per i governatori che si dichiarano cattolici, l’esame delle loro coscienze? Che vengono stimolate da interrogativi tipo: quanti ventilatori polmonari potevo acquistare con i milioni di euro spesi per i referendum sull’autonomia? Rivelatosi a tutt’oggi solo un costoso spot elettorale, che non ha prodotto nulla dopo tre anni, quando si poteva imboccare a costo zero, come ha fatto l’Emilia Romagna, l’identico percorso. Abbiamo, in ultimo, fatto cosa buona e giusta a potenziare a suon di miliardi la sanità privata togliendo risorse a quella pubblica? Domande. Appunto.
PS: Sono convinto che oltre ai lutti che colpiscono migliaia di famiglie che non possono essere vicine ai loro cari nel momento dell’addio a questa vita, e nemmeno accompagnarli nell’ultimo viaggio al camposanto, il momento più gravoso arriverà tra pochi giorni quando la gente di stare chiusa in casa non ne potrà più. Allora sì ne vedremo delle belle.
Una cosa comunque mi è chiara, molto chiara, non da ora. Che da anni siamo governati da una serie di mediocri. Che invece di rigenerarsi rispetto a chi li ha malamente preceduti, si sono fatti corrompere portandoci verso lo stesso destino. Questo. La cartina di tornasole è rappresentata da questi, modesti, scarsi politicanti che giorno dopo giorno governano in modo banale un Paese che pochi decenni fa era additato come fenomeno europeo e mondiale. Non solo mancano del coraggio di effettuare delle scelte importanti ma, osservando i loro volti che fanno a gara per essere proiettati sugli schermi televisivi, ho colto più volte un terribile tremendo segnale: mi hanno dato l’impressione “di godere” di questo disastro perché trovano finalmente nel dramma un enorme sovrapposizione mediatica. Li considerano cioè spot, che probabilmente ritengono siano utili elettoralmente. Voto 4
Rovigheto. Se mi fa sorridere la decisione di porre fine ai parcheggi di sosta a pagamento nelle aree blu, proprio quando vige il divieto (o meglio l’invito) a non uscire di casa (come dire indirettamente: venite, venite, il parcheggio è gratis), trovo insufficiente la pulizia delle strade. Ho visto la foto di un addetto che indossava sulle spalle una botticella e aveva in mano una pompetta. Come quella dei contadini che dovevano dare “il verderame” alle viti. Il lavaggio delle strade e piazze, con le modalità davvero incisive, si farà. Quando? Domani. Un domani che non diviene mai oggi. Voto 5
Una decisione positiva di questa giunta è che finalmente funzionano sempre le fontane. Un bel segnale per una terra d’acqua, stretta tra i due fiumi più importanti d’Italia. Se il sindaco, considerati gli ottimi rapporti che credo abbia con la banca, facesse funzionare anche quella fontanella su Corso del Popolo, attigua alla nuova sede dell’Università che un tempo era vicina a un fruttivendolo e ai bagni pubblici, non sarebbe male. Voto 7
Paura. In giro c’è. E tanta, in quanto è il prodotto dell’ignoranza. Chi ha fede prega. Un modo per cercare di affrancarsi e chiedere aiuto. Come tanti anni fa quando in campagna, quasi tutte le sere assieme ai miei due cugini, appollaiati sotto la tavola, ci sorbivamo il rosario. Recitato in latino, a memoria, con certi “sfondoni” che ancora oggi ricordo con nostalgia. Come quando i temporali “arrivavano dal Garda” e potevano in cinque minuti mettere in ginocchio le colture dopo mesi di durissimo lavoro. Si credeva di scongiurarli accendendo rametti di ulivo benedetto il giorno di Pasqua. Era insomma una società che credeva, senza porsi nessuna domanda. Anche quando sopraggiungeva “sorella morte”. Ora non solo “Dio è morto” ma in questi anni la scienza e la conoscenza stanno lentamente emarginando la religione. Si prega solo quando c’è paura. Ci si rivolge a Dio, alla Madonna o ai santi solo per chiedere il miracolo. Credo però che sia più utile rivolgerci alle migliaia di ricercatori e medici che in questi giorni, in tutto il mondo, lavorano e stanno studiando e sperimentando per sviluppare il vaccino che metterà a tappeto il coronavirus. In una società come la nostra, nel terzo millennio, ci si deve basare sull’ordine della ragione, liberi da pregiudizi, in cui non ci sia spazio ne’ per eroi, ne’ per martiri. E’ il minimo che possiamo augurarci. Ad ogni modo, credenti o meno, si sta verificando in Polesine il detto evangelico “beati gli ultimi, perché saranno i primi” (Matteo 20,1-16). Infatti, Rovigheto e provincia sono all’ultimo posto in Veneto per numero di contagiati e morti, quindi siamo primi. A poter tirare un sospiro di sollievo. Per ora. Voto 8
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