La pagella della settimana
18 maggio 2020
Ci sono cose che non riesco a comprendere. Per esempio le prese di posizione sulla liberazione di Silvia-Aisha Romano. Chiarisco: una persona è libera di praticare la religione che vuole, ci mancherebbe. Alle elementari, e medie porrei come materia l’ora delle religioni, in modo che un futuro cittadino abbracciasse poi quella che gli pare più congeniale. Senza imposizioni. Non mi infastidiscono nemmeno tutte quelle persone che si privano delle gioie della vita e accumulano soldi su soldi facendo una vita di merda. Comunque non comprendo le fazioni scese in capo di uomini e donne. I primi si sono scagliati contro questa ragazza convertitasi all’Islam, non considerando che ora sta digiunando (Ramadan, fino al 23 maggio), non può fare sesso (altrimenti invalida il digiuno, come non può masturbarsi e eiaculare, ma se avviene una polluzione involontaria tutto è ok, vietati inoltre i clisteri eccetera). E’ una donna sottomessa al maschio, e potrebbe dover dividere le trombate con altre tre donne di casa. Credo quindi rappresenti l’ideale per la moltitudine di maschilisti italiani, quindi. Mentre le femministe, invece di combattere la conversione a questa religione e indignarsi, sono accorse tutte in soccorso, non richiesto, per questa “schiava volontaria”. Ieri era la giornata mondiale contro l’omofobia. Ma ancor oggi, nel terzo millennio, prevale, come diceva il saggio “… o il cervello o la figa e l’uccello…”. Voto 3
Rovigheto, gheto gheto, è divenuto non attrattivo nemmeno per il corona virus. Registrando pochi morti in più dello scorso anno? Per forza, è la popolazione più anziana del Veneto! Comunque solo tre-quattro su oltre novanta morti sono stati attribuiti al cov-19. Ma senti un pò? Abbiamo un altro primato, stavolta negativo: la qualità dell’aria irrespirabile; i peggiori del Veneto e forse d’Italia, nonostante la mancanza di industrie, e le auto lasciate in garage da mesi. Almeno potremo viaggiare, fuggire direte: no, perché nonostante i treni Freccia Rossa siano aumentati, passano, come lo sviluppo, ma non si fermano tra Po e Adige. Mi chiedo: lo sa la componente della Commissione Trasporti, l’onorevole Antonietta Giacometti? Ci invii ufficialmente i suoi interventi di difesa della Stazione di Rovigo, in proposito. Abbiamo letto, inoltre, del creativo sindaco di Adria che, ne ha combinata una delle sue e ha “ordinato” agli adrioti, “…nei luoghi aperti, dal crepuscolo in poi, indumenti di colore chiaro che coprano la maggiore parte del corpo…”. Gaffeo dovrebbe invece puntare sul nero, perché i rovigotti si dovranno preparare ad indossare il lutto. Colore che si addice a una città morente. Voto 5
Pare che questo virus cinese, oltre i polmoni, possa intaccare anche il cervello. Fatto sta che il terrore che ha provocato nei polesani attraverso televisioni, giornali, ha forse compreso anche la testa dei cittadini. Solo esternamente, per ora. Tanto da permettere ai più scaltri di infilarsi nello sbandamento generale e attuare i loro progetti. Così il sindaco di Rovigheto, Edoardo Gaffeo, che non ha mai nascosto l’intenzione di chiudere il traffico veicolare di Corso del Popolo alle auto. Così ora sfodera, attraverso i media, l’idea di trasformare l’unica arteria pulsante della città da senso alternato a senso unico. Una trovata senza senso, o si chiude o resta com’è, altrimenti si aumentano i tragitti gassificando la città (signora ma lei è incinta. Sì, ma solo un pochino, dottore). A Rovigheto vorrei vedere quanti commercianti (quelli dei negozi chiusi?) saranno disposti a traslocare sui marciapiedi (tra l’altro già molto vasti, dopo il rifacimento del Corso). Interessati forse quei 4-5 bar, spesso semivuoti durante il giorno. Traslocare in mezzo alla strada con temperature come le nostre per i negozi è folle. Ma in questi momenti di smarrimento tutto fa brodo. Voto 4
Avevo pensato: finalmente Paolo Avezzu, tra poco sessantacinquenne, ha deciso di lasciare liberi i suoi pensieri, come una rondine. Abbandonando il suo nido dopo anni e anni di costrizione, dettati dal suo stile e forse dall’educazione cattolica ricevuta. Infatti, dopo aver creato e pubblicato sui social un decalogo tagliente sul caso della liberazione di Silvia Romano, passando per via Anita Garibaldi, pensavo di sentirlo cantare al balcone di casa, come Domenico Modugno, “…libero voglio vivere come una rondine che non vuol tornare al nido. Libero voglio andarmene. Libero non cercatemi…”. Volevo finalmente applaudirlo. Viva la libertà. Invece tutti si sono scagliati addosso all’ex sindaco e presidente del Consiglio comunale cittadino, impegnato anche nel volontariato. Gli hanno immediatamente tarpato le ali, costringendolo a rientrare nella sua privata sacristia. Con toni sbagliati, frutto probabilmente di sentimenti discutibili e forse repressi, aveva finalmente detto quello che la stragrande maggioranza di italiani pensa. Cioè che Silvia non era una cooperante, e la sua nemmeno una ONG. Era semplicemente una neo laureata, inesperta, che con un visto turistico si era impegnata “…a far compagnia e giocare i bambini africani…”. Purtroppo è stata rapita solo dopo due settimane dal suo arrivo, scrivono di lei molti giornali. Negli ultimi tre mesi, nel mondo, sono morte di fame 3.700.000 persone, ha detto, e ha detto bene, il Papa. Mentre noi scialacquiamo (questa deve essere la vera incazzatura, sic) quasi 10 milioni di euro per sceneggiate come quelle che abbiamo visto in televisione e riportate sui giornali. Quante èersone avremmo sfamato? In momenti terribili come questi. No, caro Paolo, hai errato (sparando su Islam, matrimonio?, gravidanza?) ponendo però una giusta causa. Rovinando poi tutto con una ridicola retromarcia. Gesù Cristo è salito sulla croce, per non rinnegare sé stesso. Mentre tu…Voto 5
Mi è capitato tra le mani un libro di aforismi napoletani. “O Rré nun fa corna, lu Rré nun faci cuorni”. Tradotto: il cornuto non deve sentirsi disonorato ma onorato se il Re gli tromba la moglie. Nella Parigi bohemien, il Conte ravennate Guiccioli presentava con orgoglio sua moglie con “…è stata l’amante di lord Byron…”. Meraviglioso, nobili veri. Mi piacerebbe che questi modi raffinati, superiori alle popolane gelosie, si adottassero nei Comuni, nelle varie amministrazioni, nelle fabbriche, nei luoghi di cul-to, di cultura, sport e spettacolo e chi ne ha più ne infili. Sappiamo come spesso si diviene assessore, parlamentari, si avanzi di carriera o si ricevano incarichi. Per qualità e capacità intellettuali, direte? Non sempre! Sovente per performance espresse su divanetti, letti o alcove. Il sesso nella vita significa amore, liberazione, schiavismo, ma soprattutto carriere. Se un tempo la classe presa di mira per queste avances erano solo le donne che la davano, allargando le gambe, ora le parti si sono invertite. E’ proprio l’aggettivo esatto, è il caso di dirlo. Sono i maschietti, i più richiesti, quelli che vanno di moda. Per far carriera non esitano a mettere in gioco “la nona parte del loro corpo”, come lo definiva Guillaume Apollinaire. Basti essere attenti e osservare: in Parlamento, in televisione, nei Ministeri, nel mondo dello spettacolo, ma anche in tanti uffici periferici o luoghi di lavoro gli omosex hanno invaso i posti di comando. Si dice che nella vita bisogna”…avere culo…”. Significa che per avanzare, bisogna farsi spingere, dal didietro. La bandiera italiana non è il tricolore ma, come sostenevano Catullo o Marziale, la Minchia e la Passera. Ora anche il posteriore. Voto 7
Incontro sovente anziani che hanno svolto gran parte della loro vita all’interno di amministrazioni pubbliche. Gente informata, che legge. La domanda viene spontanea. “Come stai, come va?”. Mi viene risposto: “Bene. Vorrei ancora vivere gli anni che impiegano a chiuder il Consorzio RSU”. Rimango basito da riposte tanto efficaci, sagge, intelligenti e veritiere. Voto 8
Mesi fa avevo informato l’élite dei lettori di questo blog che vi era in corso una “causa pesante”. E che albergava al TAR del Veneto. Oggetto: ricorso contro il concorso e la nomina del direttore del Teatro Sociale di Rovigheto. Su un quotidiano ho letto giorni fa la lucida e intelligente intervista di chi ha preso carta e penna rivolgendo ai giudici amministrativi le proprie istanze di giustizia, quale cittadino italiano. Frasi che ritengo sensate, tipo …se il sindaco voleva questo direttore, che era nella sua lista quale candidato alle elezioni amministrative, poteva tranquillamente nominarlo direttamente, senza ricorrere a un bando. Ho conosciuto poi le sue esperienze gestionali che mi hanno fornito l’impressione di travolgere l’unica eccellente specificità del personaggio che poi ha avuto assegnato l’incarico. Staremo a vedere quale sarà la sentenza. Se dovesse trovare giustizia il ricorrente, si aprirebbe un processo direi grave, al sindaco, innanzitutto. Voto 7
Nonostante la gente sia rimasta chiusa in casa per due mesi, disponendo di molto tempo libero, la lettura dei giornali quotidiani continua a registrare un tremendo crollo. C’era da aspettarselo per come sono gestite le società editoriali, e per come è composta la grande pattuglia dei giornalisti. Ecco i dati delle vendite 2019 e 2020: Corriere della Sera da 180.259 a 173.194; Repubblica da 140.301 a 127.856; La Stampa da 99.058 a 82.204; Il Giornale da 43.844 a 36.377; Il Sole 24 Ore da 41.448 a 40.373 ; Fatto Quotidiano da 27.996 a 24.102; Il Manifesto da 7.864 a 6.829; il Gazzettino da 40.069 a 35.507; Il Resto del Carlino da 82.458 a 73.223, non ci sono quelle della Voce di Rovigo. Un altro aspetto che trovo discutibile è il finanziamento pubblico (cioè soldi di tutti noi contribuenti) ai giornali o cooperative editoriali. Credo che un settore importante come la comunicazione, se ben gestito, debba vivere con soldi propri (vendite e pubblicità). Comprendo sia difficile, inoltre, fornire notizie obiettive, se per necessità finanziarie si deve “accarezzare” il potente di turno. Il prezzo del giornale dovrebbe essere commisurato alla qualità e all’autorevolezza di chi vi scrive. E misurarsi con il mercato, soprattutto se, come accade, decide di essere di parte. Ecco comunque i nostri euro, che vengono elargiti annualmente, attraverso la Presidenza del Consiglio -dipartimento editoria- a giornali che conosciamo. Credo sarebbe in ogni caso corretto che su ogni giornale, da noi finanziato, sulla testata fosse scritto a chiare lettere: “Questo giornale riceve da voi cittadini ogni anno la somma di euro…….quale contributo pubblico”. Invece zitti, e mosche. Ma eccovi i contributi (fonte Dipartimento Editoria) dei giornali che si stampano e vendono in Regione Veneto, di cui però non si conoscono il numero delle copie vendute. Gente Veneta (Diocesi di Venezia) euro 155.690; La Difesa del Popolo (Diocesi di Padova) euro 177.598; La Vita del popolo (Diocesi di Treviso) euro 303.316; La Voce dei Berici (Diocesi di Vicenza) euro 197.152; L’Azione (Diocesi Vittorio Veneto) euro 142.262; La Nuova scintilla (diocesi di Chioggia) euro 48.847; Verona Fedele (diocesi Verona) euro 298.088 (tutti settimanali). La Voce Nuova (editoriale La Voce) quotidiano di Rovigo, euro 959.222. A voi, cari contribuenti, il giudizio. Voto 5
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