La pagella della settimana
15 giugno 2020
Chiariamo: se si è trattato di battute espresse dall’umoristico Gaffy, mi scompiscio dal ridere. Se invece provengono dal sindaco di Rovigheto, Edoardo Gaffeo, mi allarmo. Perché pare alternare momenti di grande lucidità (quando è chiamato per esempio a illustrare le potenzialità insite della città, o decidere incarichi da affidare ai suoi politicamente affini) a periodi di annebbiamento, forse causati da un calo degli zuccheri. Lo avevo già notato e sottolineato tempo fa, quando aveva rilasciato un’intervista ad un quotidiano locale, a caldo, forse colpito da fibrillazione nervosa dopo “la scoperta” di una corrispondenza con il Ministero sul futuro del tribunale, tenuta segreta ai rappresentanti politici rovigotti che siedono a palazzo Nodari. Al giornalista aveva rilasciato risposte poco lucide, direi infauste. Pare ora ripetersi, quando afferma che il famigerato ampliamento del cimitero cittadino, affidato con delibera consigliare il 16 ottobre del 2018 alla società Arcobaleno, dall’allora amministrazione a guida Massimo Bergamin e transitata con 16 voti favorevoli ma contestata, ora non potrebbe più essere ritirata “…per autotutela perché doveva esserlo entro 18 mesi dal voto in aula e non lo ha fatto…”. Lo ha dichiarato il professore, laureato in economia e commercio e con dottorato di ricerca nella eccelsa Università Politecnica delle Marche. Dal 16/10/2018, data della delibera, al 17/6/2019, giorno di presentazione della Giunta sinistrorsa a guida Gaffeo, erano trascorsi nemmeno otto mesi. Ne mancavano ancora dieci per arrivare a diciotto. Oggi, 15 giugno 2020, i mesi diventano però 20. Quindi fuori tempo massimo per ritirare la delibera, naturalmente. Si doveva procedere entro i 18 mesi, ha il coraggio di affermare oggi pubblicamente Gaffeo. La irritazione sorge spontanea: perché ci ha dormito sopra per ben 10 mesi? Facendo “scadere i termini” di un deliberato che potrebbe costare lacrime e sangue ai rovigotti? Sindaco, bastava il semplice pallottoliere, non la laurea, per fare bene i conti. Voto 2 PS: Ha ragione il sindaco se si riferisce alla delibera del 30 novembre 2017, se considera i 18 mesi validi. Ma ho puntato a quella sopra citata che ha “rimesso in regola”, si dice, quella “Trascritta male” del 2017. (Se era ok perché farla transitare ancora nel parlamentino comunale?). Si poteva tentare almeno di interloquire quella del 2918, o tentare in tutte le maniere ritirandola di approfondire, come hanno chiesto oggi Rossini e Menon. Chiedo scusa prima al sindaco, per l’eventuale non chiarezza.
Le mascherine facciali hanno certamente un grande dono, oltre a quello dettato dal plotone di super professoroni che hanno letteralmente, ripeto letteralmente, terrorizzato la popolazione. Tranne il sottoscritto, e Sgarbi. Nascondono il viso, ma soprattutto le molte facce da culto che pullulano in giro. Anche le brutte e i brutti hanno finalmente trovato ristoro: ostentando la licenza governativa, che finalmente gli permette di nascondere certe malefatte regalate loro da madre natura, mimetizzandosi, confondendosi per sfuggire all’osservazione e alla vista. Una democrazia che rende schiavi tutti, belli e brutti; tutti simili e mascherati. Voto 5
Idea stratosferica, atterrata a Rovigheto tramite l’astronave alimentata a gas di ASM Set, pilotata dalla presidente dottoressa Manuela Nissotti. Tutti quegli utenti che hanno un contratto gas con la società controllata a maggioranza da ASM spa, quindi comunale, se entro il 30 giugno attiveranno la richiesta di invio della bolletta elettronica, avranno indirettamente donato ben 2 (ripeto due) euro alla Caritas diocesana. Se tutto procederà bene, qualche migliaio di euro complessivamente andranno in beneficenza. Facendo risparmiare, a vita, il cartaceo e relativo recapito, alla caritatevole ma ricca società di Viale Dante Alighieri. Che si tratti di una tantum? O di una furberia che si assolve con la recita di un’avemaria? Meglio sarebbe stato puntare alla “giustizia sociale”, più che a quella divina. Abbassando notevolmente il costo del gas. Se consideriamo che la società madre, cioè Ascopiave, si permette di elargire premi (oltre il considerevole stipendio mensile) ad un presidente e accoliti di quasi due milioni di euro al primo, e centinaia di migliaia agli altri, significa che non si tratta di società mutualistica che è espressione dei comuni, dei cittadini, ma semplicemente del mercato, del profitto. Solo diminuendo il costo del gas alle famiglie, e non con simboliche donazioni, potranno ottenere ospitalità “nel Regno dei Cieli”. Voto 5
Il travaso delle idee dovrebbe essenzialmente servire per sviluppare la mente. Lo scambio di punti di vista, se ben investito, giova innanzitutto a ognuno e poi anche a tutta la comunità, e al territorio. Mentre le metropoli in questi decenni hanno dato spazio agli archistar tipo Renzo Piano, Massimiliano Fuksas, Tadao Andò, che si sono occupati di realizzare spettacolari progetti funzionali ed estetici spesso innovativi, qui ci si accontenta rivolgendosi a un semplice archi-tetto, che fa anche rima con Rovi-gheto. E’ infatti un “tetto” l’oggetto che ha catapultato, in questi giorni idee a gogò sui media, da parte di colleghi che rilanciano valori estetici ma poco antropologici su una possibile copertura. Il tutto si è scatenato dopo che il sindaco di Rovigheto ha annunciato che vorrebbe “coprire il mercato coperto” di piazzetta Annonaria, che ospita i sopravvissuti e i reduci tra i commercianti rovigotti. Anche nella vita politica ci sono momenti che, seppur nella diversità, vengono tenuti insieme dalla continuità. Tra Adige e Adigetto questi “traghettatori” hanno un nome, anzi un cognome: Bressanin. Il padre, si dice che da Trieste giunse a Villadose per lavorare per quasi trent’anni per la famiglia Olivo che serviva supermercati, per poi transitare alla guida della Confesercenti, lasciata libera da Fabio Baratella divenuto sindaco. Una staffetta, un cambio di testimone che ha alimentato chiacchiere, prima della decisione dell’associazione di fondersi con Venezia, per sopravvivere. Da poco è stato riconfermato alla guida dell’Interporto (nel sito, del curriculum obbligatorio per legge, non vi è traccia, per specificare titolo di studio eccetera, tranne i 10.000 euro di appannaggio annuo). Pure il figlio, architetto, che ha “scatenato” con sue proposte il dibattito sul “tetto”, è presente da quando fu chiamato ad operare, tempo fa, dal centro destra, per il progetto dei giardini “Le Torri”. Cambiata ora la scocca politica dell’amministrazione, da bianco-verde a rossa, l’accoppiata familiare continua a far funzionare il motore. Dove eccellono padre e figlio. Non vedo lo Spirito Santo. Segno che la professionalità non ha tessere. Speriamo comunque che questo giovane creatore, ideatore di opere architettoniche, non abbia spaventato, con il suo talento, gli spettri e i fantasmi che albergano e riposano da secoli nelle torri e nel castello cittadino. Perché altrimenti rischiamo di ritrovandoceli celati in altri manufatti della città. Voto 6
Fino a pochi anni fa il focolare era il punto della casa più intimo, attorno al quale la famiglia si riuniva durante i lunghi mesi invernali, per riscaldarsi e scambiare quattro chiacchiere, o raccontare le fole ai bambini. Oggi questa parola, crea invece terrore. Perché si coniuga al coronavirus. Ci sono ancora alcuni focolai attivi, ci viene detto dalle tv. In autunno la pandemia potrebbe esplodere con più focolai. Insomma non siamo più quieti, sereni. Non siamo più in grado di vivere nemmeno l’attimo fuggente che la vita ogni giorno si porta via. Il mio pensiero su questo virus lo sapete. In provincia di Rovigo abbiamo avuto nemmeno cento morti, tutti ottantenni anziani ma soprattutto con altre patologie. Nessuna autopsia è avvenuta in grado di certificare quanti di questi siano deceduti di solo virus. Pochissimi sicuramente. Non per niente la magistratura ha aperto centinaia di fascicoli: perché di virus, se si è immediatamente ben curati, difficilmente si muore. Se fosse il contrario, cioè che è letale (uno si infetta e matematicamente muore) sarebbe tempo sprecato e soldi buttati ad aprire indagini. Abbiamo vissuto una violenza mediatica che, se confrontata ai 7.000 decessi che la nostra provincia ha registrato con la Spagnola del 1918-19, che si portò via giovani, donne e uomini, senza aver provocato tutto questo terrorismo mediatico fuori di dubbio indecente. Voto 3
Il Presidente dell’Ente Parco del Delta Po, Moreno Gasparini, rilasciando una intervista sostiene che “…abbiamo avviato un importante ciclo di incontri…” naturalmente per promuovere questo splendido spazio tra mare e terra che è in gran parte nostro, e non ferrarese. Ma se pensa di rilanciarlo mediaticamente e universalmente chiamando come testimonial nientepopodimenoché Vittorio Brumotti (abombazza!!!) e Patrizio Roversi stiamo umidi, e freschi. Voto 4
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