Dall’Ara, non più “come prima più di prima” governerò…
27 dicembre 2021
Terminata “l’Era Dall’Ara”, quale presidente della Provincia, ne inizia una nuova. I grandi elettori, si fa per dire, hanno incoronato al suo posto il giovane sindaco di Stienta Enrico Ferrarese. Confezionando agli avversari, visto il clima politico, un bel “cappotto”. Auguri. Per il navigato politico polesano, il cui percorso politico “venne dal lontano” Partito comunista per transitare al PDS e approdare infine a Forza Italia, l’abilità è stata quella di aggrapparsi alle giuste liane, come un moderno Tarzan. Dal supporto di Gianni Magnan è passato poi a quello dell’onorevole Piergiorgio Cortellazzo, che perpetua la dominazione degli Estensi su Rovigo, dal Medioevo a oggi. Niente di nuovo: si nasce si cresce si invecchia e si muore, anche politicamente. È il ciclo della vita. Quello che invece ha stupito i disattenti analisti politici locali è il motivo della clamorosa debacle registrata nelle ultime elezioni amministrative di Ceregnao. Da primo cittadino uscente aveva dato vita a una lista per garantirne la continuità. Tanto che l’aveva guidata come capolista. Un disastro personale, e politico. Ha raccolto circa una cinquantina di consensi. Perché, si sono chiesti, un personaggio così famoso si è schiantato sulla terra amica, come i pescatori del Delta che sanno che il pericolo non gli arriva dal mare ma dallo “scoglio di via Celio”? Dove ha sbagliato? Inconsapevolmente e in buona fede aveva lanciato, urbi et orbi, lo slogan “Ceregnano Paese della Felicità”. Non male come auspicio dopo il tracollo Grimeca, mobilifici, cui si è aggiunto il Covid. Proclamare la felicità come un diritto significa però emettere una parola proibita, che non dovrebbe mai essere pronunciata. Gli americani, più attenti, nella Dichiarazione di indipendenza del 1776 hanno invece sancito “il diritto alla ricerca della felicità”. Che è altra cosa. Strombazzare al mondo intero che Ceregnano doveva essere il paese della felicità ha significato renderlo per fatto stesso infelice. La vita, come sostenevano gli antichi sapienti, è soprattutto fatica e dolore. Anche Mefistofele, in una battuta, sosteneva che noi occidentali volendo e cercando ossessivamente il Bene ci siamo creati con le nostre mani l’archingegno infallibile dell’infelicità. Così, sia gli anziani ceregnanesi dimenticando le sofferenze della loro grama gioventù ritenendole però migliori di quelle che la tarda età gli regala, unite a quelle che gravano sulla pelle dei giovani in questa società che gli procura problemi e futuro incerto, hanno deciso di recarsi a votare per ritornare ad abitare un paese “normale”. Cambiando guida amministrativa.