Il “ nostro Caro Angelo”
3 gennaio 2022
I candidati dovranno inviare: “Foto primo piano, profilo sinistro, profilo destro e una figura intera (struccati, recenti, senza tagliare la foto)”. Ma no, non pensiate si tratti del remake del film “L’uomo delle stelle” di Giuseppe Tornatore. Girato in Sicilia nel 1995, dove un impostore, tale Joe Morelli, magistralmente interpretato da Sergio Castellito, per sbarcare il lunario, fingendo di essere un agente del cinema alla ricerca di nuovi talenti girava di paese in paese con un autocarro, un tendone e una macchina da presa invitando la gente ai provini, promettendo fama e denaro. Era invece un ciarlatano, un truffatore. La comparsata dell’annuncio per il casting è invece opera della nostrana “Polesine Film Commission”. Cercava figuranti, per una nuova serie Rai, a Porto Tolle e dintorni, che sarà trasmessa tra otto giorni. A presiederla è quel poliedrico sessantatreenne di Angelo Zanellato, da Polesine Camerini. Un personaggio fenomenale. Baciato dalla buona stella da quando, come tecnico, lavorava per il Centro Quadrifoglio alla Coldiretti di Rovigo. Una pianta erbacea con quattro foglioline al posto di tre che, in quanto anomala, si dice porti fortuna. Nonostante fosse stato additato quale corresponsabile della perdita del comune di Porto Tolle, e avesse subito reiteratamente mazzate da un foglio quotidiano per le ingenti spese intascate negli anni dal Consorzio per Lo Sviluppo e da TLC l, si pensava azzoppato. Ma, nonostante lo sputtanamento, ha ingoiato i rospi senza fiatare. Uno così, la politica non poteva farselo scappare. Un incassatore eccezionale, in grado di recuperare le forze e le energie e riprendersi dagli uppercut subiti. Un azzeccagarbugli, se occorre, esperto di commi leggi leggine calcoli e alchimie. Spietato, come richiedono oggi certe leadership. È stato riconfermato a guidare “i mille” iscritti al raggruppamento di sinistra, ubicati in tutto il Polesine. Il suo nome è uscito da un conclave. Era l’unico candidato del Democratico partito. Da un anno aveva surrogato il predecessore, Gradassi, di nome più che di fatto: uomo mite, accomodante, che limava le tensioni interne. Spedito a 27.000 euro a presiedere ASM. Il compito che ora lo attende nella sede di Galleria Ballotta non è semplice, ma non lo spaventa. Per “salvare” il suo passato dovrà tuffarsi nel futuro. Ecco però rifarsi vivo il quadrifoglio, che divenne il marchio dell’Alfa Romeo corse pilotata da Ugo Sivocci nella targa Florio del 1923. Bravo ma scalognato, amico di Enzo Ferrari, era definito “l’eterno secondo”. Per sfatare la sfortuna dipinse sull’auto il quadrifoglio, come talismano. E vinse. Ora l’Alfa è in crisi e, “al nostro Caro Angelo” , considerato che “la fosse dei leone è ancora realtà”, il mezzo di trasporto rimastogli è Romeo. Dovrà cimentarsi con quel che resta del Partito, Intersecato più da risentimenti che sentimenti. La gestione sull’elezione del presidente la Provincia è stata l’ennesima Waterloo. Ci si chiede se reggerà alle tensioni quel nodo borromeo intessuto da Romeo, Crivellari e Zanellato?