La Pagella

La Pagella

25 aprile 2022

Non mi sono sorpreso della sorpresa che qualche politico, che ha le mani in pasta su Ecoambiente, sia stato colto impreparato, provando  stupore e sgradevolezza, dopo aver letto la miriade di incarichi esterni che la Società di raccolta rifiuti elargisce, pubblicati su questo Blog. Figuratevi gli altri politicanti. Pare siano stati scelti col metodo, ha ironizzato qualcuno, del criterio adottato un tempo per i giornalisti RAI: uno di destra, uno di sinistra e uno bravo. Ma è inutile scandalizzarsi. Così è, anche se non vi pare. Ma che, tra la miriade di articoli prodotti in quest’ultimo periodo per spiegare e rispiegare “il manicomio” del nuovo servizio porta a porta, nessun rovigotto, ripeto nessuno, giornalisti inclusi, abbia chiesto: “Scusate ma quanto costano materiali, mezzi, personale? E quanto, noi cittadini, dovremmo risparmiare dopo aver percorso la via crucis della “raccolta intelligente”? Silenzio. No comment.

BOCCIATO

Ho letto innumerevoli articoli, su diversi giornali, sul conflitto in atto in Europa. Ma resta insuperabile “Guerra e Pace”, scritta la Lev Tolstoj dopo la guerra di Crimea, a fine del 19mo secolo. Mentre il migliore “pezzo” l’ha vergato Marina Corradi. Ottima giornalista. Ora, dopo aver lavorato per diverse testate, scrive per Avvenire. Un magnifico articolo dal titolo “La domanda del cane”. Dove delinea con intelligenza, intrisa di cultura, un evento che è la meglio descrizione della guerra in corso in Ucraina. “In una cucina modesta-scrive- si vede da una foto apparsa sul web, una vecchia ucraina che giace riversa sotto un tavolo. Aveva cercato riparo, nel bombardamento. Non se ne vede il volto, solo i capelli grigi e il cappotto- evidentemente faceva molto freddo. Accanto a quella donna c’è un cane bianco e nero, quelli che una volta si chiamavano bastardi e adesso “correttamente”, meticci. Il cane è li, chissà da quante ore o giorni, accanto alla sua padrona. Sono i suoi occhi che mi colpiscono: non solo immensamente tristi, ma sbalorditi. La povera bestia sembra domandarsi che è successo -il boato atroce, le finestre in frantumi e poi lei, tanto amata, a terra, rantolante. E adesso non si alza più, non parla, non mi accarezza, non mi da da mangiare, sembra dire lo sguardo dell’animale, un cane non può capire la morte. Ma capire la fedeltà, e restare ostinato, vicino alla padrona. Un cane non capisce la morte, ma è capace di un umile amore: restare accanto. Gli uomini sono invece capaci di cose meravigliose e di cose terribili. I cani di tutte queste cose non sanno niente. Quell’animale nella cucina devastata, accanto alla padrona morta, se non ha un’anima ha un cuore. Guarda nell’obiettivo come in una domanda attonita: perché, tutto questo? Già: perché? E quanto pesa la domanda del cane, e quanto fa male”. Anche il nostro cagnolino Ciro, ne soffre, per la mancanza.

PROMOSSA CON LODE

In un prossimo futuro mangeremo topi essiccati? Una foto, ingiallita dal tempo, aveva colpito anche il presidente del Veneto, Luca Zaia. Doveva far parte di una mostra sulla storia dei veneti a cavallo della Prima Guerra mondiale. Fu l’occasione pubblica per elogiare i bellunesi che, stretti dalla carestia, avevano messo ad essiccare al sole i topi, per poi mangiarli. Un evento che naturalmente si spera non debba ripetesi. Ma la continua distruzione del suolo agricolo nel Veneto, con Zaia osservatore, pare continuare imperterrita.  Una regione che si impose nel dopoguerra tra le più produttive d’Italia. Si parla di 120 metri quadrati al minuto strappati all’agricoltura. La media nazionale è del 7,11%, mentre il Veneto  eccelle sempre col negativo con l’11,7%, posizionandosi al primo posto, con circa 900 ettari edificati ogni anno.  Si auspica, da tempo, e non comprendo l’esultanza, che circa 2.000 ettari, del nostro fertilissimo terreno polesano, dovrebbero ospitare la famigerata Area Zes.. Di cui quasi 500 a Rovigheto, nientemeno 600 a Bergantino, e così via. Il tutto sarebbe controbilanciato da una fantomatica promessa di nuova occupazione per quasi 30.000 ( trentamila ) addetti. Lo so che tutti quelli che hanno dubbi, e non rientrano nel mainstream, stanno sulle balle. A chi, direte? A chi ha acquistato le aree portuali a Venezia, a chi ha già in mente di mangiarci su anche in Polesine. “Lor signori”, naturalmente. Gli altri, i pochissimi che dopo la baldoria occupazionale resteranno disoccupati, si dovranno addestrare a cacciare nutrie, e topi.

BOCCIATO

Dovevano incontrarsi, Papa Francesco e il Patriarca di Mosca Kirill. Poi c’è stata l’invasine dell’Ucraina e le parole pesanti del Capo della chiesa Ortodossa contro i Paesi che sostengono i gay e contrastano le legittime azioni della Russia. Una doppia pugnalata, contro la pace e il clero italiano. Che la Chiesa Cattolica sia disseminata di omosessuali non è una novità. E nemmeno uno scandalo. Il Papa ha recentemente chiesto perdono con un messaggio fatto passare tipo: La chiesa in passato ha sbagliato, oggi lo vede con chiarezza e prende le distanze da questi errori. Stop. Ma la domanda è: oggi la chiesa è perfetta? Pare proprio di no a leggere le cronache dei giornali che si occupano dei vizi sacerdotali. Vizi che non sono crimini, a mio avviso. Perché, quando si è in seminario fra seminaristi, e le pulsioni sessuali giovanili notturne non trovano pace nelle polluzioni, gli orifizi cui infilarlo, due sono. Senza vergogna e scandalo, da figli di Dio. Fino a quando i consenzienti rimangono tra le sacre mura. Diverso, invece, diviene quando “la debolezza” viene esportata nella comunità cristiana popolata da bambini e ragazzi. È li che bisognerebbe intervenire. Ma se, anche il Catechismo del 1992, al punto 2349, dice che”… le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso la padronanza di se’, educatrice della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, si possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana…”, significa che l’omosessualità non è diversa dalla voglia di rubare o uccidere e reprimerla è lodevole, riprovevole darle corso. Se però questa “sottolineatura”, prodotta su questo Blog, fosse traslata è fatta propria da un insegnante cattolico omosessuale davanti a scolaresche che sono lì per capire, discutere e decidere, rischierebbe il posto di lavoro. Un documento redatto dalla Congregazione per L’educazione Cattolica, infatti prevede “… il licenziamento per l’orientamento sessuale o aspetti della vita privata..” di un insegnante di religione. Anche se dal 2.000 le scuole cattoliche sono inquadrate come paritarie e debbono quindi rispettare la Costituzione. Su questi temi la millenaria Istituzione dovrà percorrere ancora molta strada. Credo che i loro ministri dovrebbero chiudersi in se stessi attraverso “Gli esercizi Spirituali”, cercando uno spazio interiore privilegiato di incontro con Dio. Riconoscendo i propri peccati, e mettendo ordine alla propria vita, come indica il libretto omonimo, opera del fondatore dei Gesuiti, sant’Ignazio di Loyola.
BOCCIATO

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