Rovigheto “FOR SALE”
3agosto 2022
Nel quarto anniversario del crollo del Ponte Morandi di Genova, mi è venuto in mente quello “del sale” di Rovigheto. Eretto nel 1555 univa le due sponde dell’Adigetto: da un un lato il Duomo, dall’altro il centro civico con palazzo Nodari. Fu demolito negli anni ‘30, sotto il Fascismo. Il sale ( che sta ponendo gravi e seri problemi nei territori del Delta per la risalita del cuneo causato dalla grande siccità ) sin dall’antichità era considerato un elemento prezioso. Tanto che a Roma venivano pagati i gladiatori per le loro prestazioni (tradotto nel tempo col nome di “salario” con cui sono retribuiti i lavori subordinati). Anche espressioni del tipo “avere molto sale in zucca” sono gergali per definire persona intelligente, capace. La distruzione di quel ponte nel capoluogo, la identifico come una frattura che ha interrotto il passaggio di eredità, cultura e testimonianze della politica locale. Dal “salato” dei vari Matteotti, Bisaglia, Romanato, gli avvocati Duo’ e Altieri, Bonalberti, Veronese, Brigo. O gli Andreini, Sega, Pirani, Magnan, i Nonnato, i Monesi Ercolano e Riccardo giacciono da un lato. Dall’altro ritroviamo “l’insipido” dei superstiti, non eredi, che si sono intestati il patrimonio personalizzandolo e dilapidandolo. Per questo trovo patetico e diciamo meglio espiatorio il reiterato tentativo di rendere interessanti gli incontri del duo Marangon-Bellotti per “analizzare, spiegare” i mali della politica odierna. Dovevano produrli nei decenni in cui detenevano il potere per catechizzare discepoli di continuità ed evitare ciò che oggi denunciano. Mi chiedo come mai soprattutto Renzo, persona intelligente e culturalmente preparata, abbia scelto questo tandem. Ora la politica rovigotta procede alla carlona, dove ogni strada l’è bona. Gestita da improvvisati saliti sulla giostra della “calcinculo” politica che provoca l’ebrezza del distacco dalla terra e dai problemi quotidiani, e protesi per aggiudicarsi “la coda del pupazzo” per avere diritto a un altro giro gratis. Sono il prodotto del tiro al testa o croce, propiziati a guidare partiti e movimenti: sovente sono privi di cultura, e non solo politica. Le cui conseguenze colpiscono però i cittadini. Quindi non dobbiamo stupirci se troveremo persone che consideriamo cretini che hanno fatto carriera solo per “meriti politici”.