Coscienza o incoscienza: la lavanderia politica.
2 novembre 2022
Tempo fa correva questa storiella: una persona aveva avuto un terribile incidente sul lavoro. Subito soccorsa era stata trasportata in ospedale e sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Che gli salvò la vita. Ma, ad un successivo controllo, fu rilevato un grave errore: il medico, distrattamente, oltre alle parti malate gli aveva asportato anche la coscienza. Fu subito convocata una riunione di tutti i luminari. Il quesito era: “ cosa potremo fargli fare ora che è senza coscienza “? La risposta fu fulminea, e unanime: “ il politico “. Questo spunto mi fa pensare a questa nostra parte invisibile del corpo, che dovrebbe avere il compito di permetterci di comprendere, valutare i fatti che si verificano durante la nostra esperienza di vita, e che, sviluppandosi, determinano il futuro. Per cui una domanda viene spontanea: l’avranno usata la coscienza tutti quei pubblici amministratori di Rovigheto che hanno gestito nei passati decenni la politica del capoluogo? Sin dai tempi in cui fu tombinato l’Adigetto demolendo i suoi ponti ed eliminando le belle riviere alberate. Uccidendo l’urbanistica e il suo territorio, oltre ad aver cancellato una parte di storia ma anche di poesia di questa città di campagna. ( provate a immaginarvi i centri di Badia, Villanova, Lendinara ed Adria col fiume tombinato sic ). Cittadina certo, che deteneva però ancora i segni del capoluogo di provincia con il Palazzo dell’Enel, dove operavano funzionari come i signori Viale o Fasolato ( padre della futura Procuratrice Capo, si spera ) che ascoltavano, vis a vis, e risolvevano direttamente i problemi degli utenti. O il signor Scipioni alla SIP, con cui si abbattevano muri oggi insormontabili. Uomini e sedi e servizi veri, purtroppo scomparsi. E che dire di quando il centro città, i negozi e le pizzerie erano invasi da centinaia di ragazzi che si esprimevano tradendo più influssi dialettali? Erano gli allievi della Scuola Sotto Ufficiali della Guardia di Finanza, la cui sede era nell’ex Seminario Vescovile, ora occupata dagli uffici dell’ULSS 5. Non solo sono fuggiti importanti riferimenti pubblici ma sovente si è operato, e male: come l’enorme buco milionario prodotto dalle Piscine e saldato con denaro pubblico. O l’ottusità sulla destinazione dell’ex carceri di via Verdi, attigue al Tribunale, che ben potevano essere riattate per allargare il Tribunale. Al suo posto invece arriverà il Reclusorio sbolognatoci da Treviso, che porterà l’ennesimo “ valore aggiunto “ in pieno centro storico. Ho l’impressione, mi auguro sbagliata, che a Roma vi siano delle “ manine “ che spingono per duplicare appalti milionari ( Soldi per il Reclusorio, altri milioni e milioni per spostare nell’ex Questura il Tribunale ecc ) dove capitolati e vincitori dovrebbero essere ben monitorati. Tralascio l’attuale mega debito del disastro IRAS, dove l’insipienza è tutta di casa nostra. Il rovigotto, e il polesano in generale, non si lamentano mai, e abbozzano. È per questo che vengono ricompensati con bilanciamenti come la centrale a Carbone di Porto Tolle col suo inquinamento. Ora surrogata dal Terminal gasiero ( in altre parti d’Italia i cittadini stanno facendo barricate contro ) che non ha portato benefici al territorio, come tardivamente si sono resi conto persino i sindacati. O il mega stabilimento Amazon, che mi ricorda quel meraviglioso film muto, ma che parlava, di Chaplin “Tempi Moderni”. Una pellicola avveniristica. Se, dopo aver letto questa sequela di fatti, i nostri politicanti autoctoni, interrogassero le loro coscienze scommetto che le ritroverebbero candide. Non avendole mai usate.