Il Travaso 7-2-2023
Siamo specialisti per le figure di shit, direbbero gli inglesi. In provincia e in Italia. Arriviamo alla ribalta della cronaca sempre in negativo. Ultimo in ordine di tempo il caso della professoressa impallinata, divenuta suo malgrado famosa. Chiariamolo subito, a scanso di equivoci e interpretazioni ebeti. Fossi stato un genitore degli alunni che si sono intestati una simile imbecillità, una volta a casa li avrei gonfiati di calci in culo prima di rifilargli una serie di sberloni. Poi mi sarei recato a chiedere immediatamente scusa, come responsabile della cattiva educazione, all’insegnante. Punto. Ora esporrò il mio pensiero. Rovigheto è un paesotto, chiuso, guardone, dove la chiacchiera e soprattutto il pettegolezzo imperano in mancanza di altri sfoghi. Questa insegnante credo abbia due se non tre lauree. E abbia mancato per poco di superare il concorso di preside. E sia pure una brava persona. Ma il problema vero, e che nessuno ha avuto il coraggio di chiedersi è questo: è adatta ad insegnare? Perché fa pensare il suo percorso didattico. In questi giorni leggo inoltre che avrebbe rivolto accuse pesanti verso la preside che gli avrebbe tolto qualche classe. Perché, mi chiedo? La preside immagino conosca e valuti i suoi professori? Forse un motivo o più d’uno l’avrà avuto? Perché, laurea o lauree possono essere insufficienti per ricoprire e ben onorare i ruoli. Quanti medici, ingegneri, giornalisti, professionisti, magistrati, avvocati, operai, artigiani sono braccia rubate all’agricoltura, si diceva un tempo. Molte, l’assicuro. Quello che mi chiedo è se questa insegnante sia in grado di gestire questi studenti, irrequieti, maleducati se non mezzi teppisti. Non dico di scimiottare Michelle Pfeiffer nel film Pensieri Pericolosi o il fantastico Robin Williams nell’Attimo Fuggente. Ma se sia in grado di farsi rispettare, come i nostri professori di un tempo che fu. Che quando salivano sulla predella e aprivano il registro eri assalito da brividi. Non vivo sulla luna e ben conosco il degrado che da anni subisce l’istruzione in Italia. Dovuto soprattutto alle politiche della sinistra, e in parte ai sindacati che credevano di essere popolari abbassando l’asticella del sapere. Distraendo potenziali muratori, fabbri, artigiani, idraulici spingendoli a rincorrere un pezzo di carta. Il risultato è davanti ai nostri occhi. Carenza di bravi artigiani e c è sovrabbondanza di mediocri professionisti. Il responso di lauree sfornate un tanto al chilo, al diploma per tutti o quasi. A questo degrado va aggiunta la mancata educazione civica familiare e scolastica. Di “ Pierini “, che ne combinavano di tutti i colori, sono popolati i film, ma anche i ricordi delle marachelle che si compivano nelle scuole del dopo guerra. Ma lo scherzo, una volta terminato, trovava le giuste punizioni: castigo dietro la lavagna o sospensione per qualche giorno. Al rientro a casa toccava poi il resto. Ma allora maestri e professori si rispettavano e si facevano rispettare. I mussi erano bocciati. E gli insegnati erano perlopiù preparati e formati. E amavano e onoravano il loro ruolo. Direi meglio compito.