Il travaso delle idee
21 novembre 2019
L’avevo già pronosticato in un mio “pensiero”, pubblicato sul “Travaso” giorni fa, prima della disastrosa invasione del mare a Venezia; “L’alta marea alza tutte le barche”. Era una frase pronunciata dal presidente americano John Kennedy. Ed essendo dotato di un piccolo gene preveggente, si è avverata. L’acqua alta veneziana si è rivelata “miracolosa per un morto”, resuscitando la Zes. Vi è da sottolineare che si deve dire gatto quando ce l’hai nel sacco, recita un detto popolare. Comunque sia pare che arriveranno quattrini, agevolazioni soprattutto in zona veneziana, ma anche in Polesine. Speriamo bene. Sicuramente il “pacco” è condito con fuffa, inganno per creduloni, secondo il mio modo di vedere: paventati e promessi 26.000 posti di lavoro. Due tre giorni fa scrivevo che le disgrazie non lo sono mai per tutti. Eccone una prova: una classe politica di incapaci, come questa o queste, senza programmi e strategie, se non quelle giornaliere affidate al tiro della monetina, testa o croce, ci sta lentamente ma inesorabilmente portando allo sfacelo. Oggi, come nei programmi televisivi, siamo servi dell’auditel, di facebook. La Zes, prevista sino a una settimana fa solo per le zone meridionali (a dire il vero “meridione” è Rovigheto e il Polesine), per noi era un sogno. Ma ecco che la disgrazia si porta “la grazia”, il miracolo. Nessuno ha avuto il coraggio, la statura politica di dire no a un progetto industriale che, probabilmente, aggraverà certe situazioni edificatorie più che risollevarle. Vedremo. Da considerare che questa catastrofe veneziana, e in parte basso polesana, affonda le sue mani, più che le teste, nel bilancio dello Stato. Si arriva a batter cassa ad uno Stato che è in completa bolletta, con un debito enorme. Con esigenze innumerevoli: addetti alle forze dell’ordine, medici e infermieri negli ospedali, impiegati nei tribunali eccetera. E’ proprio vero quanto sosteneva il grandissimo Leo Longanesi: ” L’Italia è uno strano paese povero, che spende moltissimo per allargare la propria miseria. Ed è questo il suo lusso”.
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