La pagella della settimana
20 gennaio 2020
Premessa. Dal giorno in cui si è avuta la certezza che sarebbe stato costruito il nuovo carcere, dietro la Cittadella Sanitaria, tutte, ripeto, tutte le amministrazione cittadine che si sono succedute sino ad oggi hanno dato dimostrazione di incapacità programmatoria. Si sarebbe dovuto, ben prima che iniziassero i lavori edificatori della nuova mega struttura, progettare e decidere e cosa fare del vecchio carcere, ubicato in centro città, limitrofo al Tribunale. Questo per chiarezza.
Dopo sette mesi, comunque, è arrivato il D-Day per il sindaco di Rovigheto, Edoardo Gaffeo. Titoli nobiliari, accademici e popolani non serviranno a nulla quando, anche il cittadino meno istruito, vedrà calare la maschera al primo cittadino. Solo allora si capirà chi è o chi vorrebbe essere. L’avevo pronosticato da tempo: il futuro del Tribunale sarà il suo pubblico banco d’esame. Non solo perché è stato l’unico candidato sindaco a far convergere i rodigini presso la sua sede elettorale, per apporvi nome e cognome su un impegno solenne: una volta eletto, mi opporrò al trasferimento del Palazzo di Giustizia. All’appello risposero oltre 500. Una volta varcato il portone di Palazzo Nodari si pensava avesse compreso: aveva un obbligo, cioè far coincidere il suo interesse, di estremo difensore del Tribunale, a quello dimostrato in questi giorni della maggioranza dei rovigotti.
Invece, è iniziato un percorso “torbido”, sulla questione. Gaffeo aveva preannunciato che, appena eletto, avrebbe convocato un consiglio comunale ad hoc. Si è però ben guardato dal farlo. Mescolando quelle che sono le possibilità della sua amministrazione: forza e astuzia. Due mezzi che, per un’azione politica limpida, sono incompatibili. O si sceglie l’una, o l’altra. Avesse, come garantito, almeno fatto dibattere al parlamentino cittadino il tema, oggi avrebbe dalla sua il supporto dell’astuzia nell’aver offerto ai rappresentanti istituzionali di Rovigheto la possibilità di potersi sfogare in sala consigliare. Anche se magari aveva già adottato la decisione in merito. Ma tacere per così tanto tempo, su un tema così pregnante, quando invece, per il ruolo che ricopre, sarebbe obbligato a parlare, è segno di debolezza, imprudenza o furbizia. Ma nella vita si può essere più furbi di dieci, di cento. Non di tutti.
Da qualche tempo, dopo le reiterate visite del sindaco a Roma, sono iniziati i fumogeni, per annebbiare l’orizzonte. Obiettivo: cercare di convertire il concreto (spostamento del tribunale al Maddalena) con l’astratto: soluzione A, soluzione B, soluzione C come l’aspirina che in molti dovranno assumere. Ecco quindi scendere prima in campo i “Pasdaran”, i guardiani della sua Lista “Affinché cresca Felice”. Sostenendo che il Tribunale deve rimanere dove è. Casomai (non caso-mai, ma caso-sì) non fosse possibile, l’unica soluzione (nonostante la miriate di edifici vuoti più consoni, vedere studio esperti, commissionato dall’Ordine degli Avvocati sic) sarebbe il Maddalena. Tirato per la giacca, anche Gaffeo stesso, tramite i giornali, concordava. Repetita juvant, quale coerenza: “Il Tribunale da li non si sposta”, però…..
Come l’imperatore Costantino che 1700 anni fa ebbe una “visione” alla vigilia della battaglia di Ponte Milvio (gli apparse una croce luminosa con la scritta “In hoc signo vinces”) che gli pronosticava la sua vittoria contro Massenzio, anche il sottoscritto ha ricevuto, probabilmente durante la fase Rem di un tormentato sonno, un messaggio. Mi è apparsa la sceneggiata che si sarebbe svolta a Roma, caput mundi.
E’ lì, secondo il messaggio onirico, che sarebbe stato siglato l’accordo, con le seguenti rappresentazioni. 1) Mi è apparso il famigerato “Bando delle periferie”, che fu bocciato dal Ministero. Era sindaco di centro destra Bergamin; governo era di sinistra. Naturale. Nelle elezioni politiche due anni fa diedero vita a un nuovo esecutivo, tra Movimento 5 Stelle e Lega. Ribaltato sei mesi fa. Cambio: i Cinque Stelle scaricati dalla Lega si consolano con il PD. Proprio mentre una cometa annunciava il miracolo: la nascita di un sindaco sinistrorso nel capoluogo. Se è vero che tutte le strade portano a Roma, per Gaffeo sono diventate un’autostrada. Nella “città eterna” mi è apparso rilassato, come un Papa. Nei grigi uffici ministeriali, era dialogante e stranamente sorridente con i “compagni”. Ritrovando immediatamente sintonie e risposte per i problemi bollenti, come il Bando periferie e il Tribunale, che erano stati riposti in frigorifero.
Li vedo discutere con tono quasi familistico: Bando periferie e collocazione Tribunale. I “romani” gli sussurrano: se desideri trasferire il Tribunale al Maddalena e portare a casa il Bando, devi perfezionare la destinazione d’uso dell’immobile. Se proprio ci tieni che l’Araba Fenice, cioè il catorcio del vecchio sanatorio, diventi il Palazzo di Giustizia devi sistemare il progetto originario. Non può ospitare alloggi per studenti e uffici. “Così, caro sindaco, il Tribunale non ci sta. I metri non sono sufficienti”. Detto, fatto. Nella Roma, città eterna. I Grillini, “nemici” acerrimi, divengono improvvisamente amici. Soprattutto ora che hanno rianimato il morente PD, e gli fanno da supporter. La vita, quale arte dell’incontro, si materializza. Li, romani e rovigoti, intenti a discutere da italioti. Soddisfatti, felici e sorridenti: ci sono Ministri, presidenti, e funzionari che prendono ordini, sia chiaro. Tra una delibera e l’altra si scivola nella chiacchiera. Così Gaffeo viene a sapere che il Ministro dei rapporti con il parlamento, un certo Federico D’incà, boss dei 5 Stelle, bellunese, si è laureato proprio nelle prestigiosissima università di Trento, dove lui da pochi anni è professore ordinario. Se poi ci si mette il destino… pure la moglie del ministro lavora lì, quale ricercatrice. Autorità, che rappresentano le due province più sfigate del Veneto, solidarizzano.
Una volta risvegliatomi, cerco di capire chi è questo D’Incà. Un grillino molto sinistrorso, fedele del presidente della Camera Fico. Uno che ha caldeggiato l’accordo con il PD, e addirittura lo vorrebbe imporre anche nelle prossime elezioni regionali in Veneto. Così l’abbiamo detta tutta.
Ma riprendo il sogno, altrimenti le immagini potrebbero svanire. Detto fatto. Le delegazioni si lasciano, dopo gli incontri romani. Sono tutti d’accordo. Si raccomandano però di non spiattellare il tutto finché “il gatto non è nel sacco”. Cioè quando arriverà da Roma il verdetto. Inappellabile. Mentre Gaffeo e “i Pasdaran” si tengono ai consigli, piano A e B, D’Inca, non conoscendo bene cosa potrebbe accadere a Rovigheto se la scelta Maddalena andasse in porto, emana il suo comunicato stampa. Che fa luce. Ed è ben tradotto dai giornalisti, sia dal Mattino di Padova che da un giornale on-line rodigino.
I sogni hanno una morale? Penso di sì. Il Tribunale, se non interverranno giuste e sacrosante sterzate, verrà spostato in “periferia”. Diciamolo. Altroché centro, cari ipocriti. Utilizzando il “Bando Periferie”, appunto. Vi sarà poi sicuramente un Consiglio comunale, di tipo espiativo, convocato postumo. Dove il professore spiegherà, supportato dalla claque, proiettando magari slide, cifre eccetera e spiegherà in modo professorale l’impossibilità che ha avuto di ottemperare al suo impegno. Essendo un freddo calcolatore, non riuscirà a spargere lagrimucce di rimpianto per l’occasione. No, questo no. Se casomai accadesse, ci sarà la sua capogruppo, l’avvocato Elena Biasin, a porgergli i fazzolettini di rito.
PS. Un personaggio autorevole, la Presidente della Commissione Giustizia della Camera, onorevole Francesca Businarolo, 5 Stelle e veneta come D’Incà, aveva postato al naturale la sua faccia, poco prima delle amministrative di Rovigheto dello scorso anno, alla Gran Guardia, quando venne per supportare i 5 Stelle e il loro candidato sindaco Mattia Maniezzo. “Vi assicuro che il Tribunale non verrà spostato”, affermò. Era un anno fa. Parole impegnative, considerato il ruolo. Poi si dice che a Roma non lavorano, e che hanno due lingue come le sanguisughe. Era maggio e, purtroppo, da quanto oggi risulta… Ella “… fu siccome immobile, dopo il mortal sospiro…”. Pare che quasi il suo compito sia stato di “assistente… le spoglie immemori…orba di tanto spiro..Sulla deserta coltrice. Accanto a lui posò…”. D’altro canto, nel “democratico” Movimento di Casaleggio e Grillo, come si fa a dissentire quando hai davanti il tuo Ministro “pendente” a sinistra come la Torre di Pisa, che come la Presidente ha tutto da perdere se questo governo con il PD crollasse e si dovesse tornare a votare (lui non farebbe più il ministro e nemmeno il parlamentare, Ma anche lei, avendo, entrambi già occupato due legislature).
Leggendo i giornali, pare ci si arrampichi sul ghiaccio. Non sarebbe più possibile,dicono, fermare l’arrivo del Reclusorio per minori, che da Treviso vorrebbero “sbolognare” a Rovigheto 15 ragazzi. Ma signori miei, non fateci ridere. Ammesso e non concesso che un appaltatore abbia firmato a Luglio dello scorso anno una assegnazione a Venezia di lavori (mi sbaglio o eravamo già nell’èra Gaffeo?) , non mi dite che per un misero credito di qualche centinaio di migliaia di euro (il rudere del Maddalena sarà pagato 2,6 milioni di euro, cui se ne dovranno qualche milione per realizzarlo) per progetto o lavori per riattare parte dell’ex carcere. Cari politicanti non occorre mica uscire dalla legalità per risolvere “il problema”. Vi consiglio di andare a rileggervi “I Promessi Sposi”, di Alessandro Manzoni. L’incontro tra Renzo e l’Azzeccagarbugli. Al capitolo III : “…Benedetta gente! siete tutti così: invece di raccontare il fatto, volete interrogare, perché avete già i vostri disegni in testa….Caso serio, figliolo; caso contemplato….E’ un caso chiaro contemplato in cento gride, e…appunto in una dell’anno scorso, dell’attuale signor governatore…Guardò alla data e gridò…è dell’anno passato: grida fresca; son quelle che fanno più paura…All’avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle….perché vedete, a saper ben maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente…”. Compreso? Se una società si è aggiudicata una piccola somma per il Reclusorio, basta traslarla sui lavori per l’ampliamento del Tribunale sull’ex carcere. Qual è il problema? Ma qui il “problema” c’é, e si intuisce, chiaramente. Voto alla Marzullo: “La vita è un sogno o i sogni aiutano a capire?”
Ma Silvia Menon sta bene? L’ex Barricadera, dopo sette mesi di silenzio, ha cambiato idea sulla destinazione del Tribunale? Una Silvia d’antan, invece di rilasciare un’intervista a un quotidiano, che trovo “confusa”, avrebbe invece così risposto al giornalista : “Dico al caro Gaffeo, di onorare i suoi impegni sul Tribunale. Se, giustamente, vuole portare a casa i 13,5 milioni del “Bando” sono felice. Deve però onorare ciò che ha sbandierato sia in campagna elettorale che in Camera di Commercio. Aiuto ai deboli. Quando ad una domanda del pubblico lo chiamava in causa per allarmarlo sui senza fissa dimora, immigrati che vagavano per la città aveva risposto “…..ma di che cosa stiamo parlando?….”. Eccola quindi l’occasione di aiutare concretamente poveri e immigrati e, invece di destinare il rudere a uffici, predisponga una ristrutturazione di parte del relitto, per costruire delle abitazioni per i tanti cittadini, giovani e anziani, bisognosi. Così risulterebbe più credibile”. Non avendo così risposto, la domanda si pone spontanea: quanto può durare nella psiche di una persona un grande trauma? Come avere in mano la certezza di giungere al ballottaggio di una sfida elettorale e venire poi sconfitta? Volevo capire fino a quando questa “ferita”, poteva albergare nell’anima della ex combattiva Menon, tanto da farla rimaneva “inattiva”. Dopo il disastro subito nell’ultima tornata amministrativa, aveva pubblicamente manifestato la saggia decisione di ritirarsi dalla politica. Poi la capriola: ha innestato la retromarcia. Volevo capire se era frutto di un consiglio di qualche psicoterapeuta, per tentare di recuperare aspetti estremamente negativi e conseguenze spesso travolgenti e incomprensibili, che si potrebbero innestare, dovute allo smacco? Gli scienziati pubblicano infatti una serie di effetti: dall’emotivo (volume ridotto dell’ippocampo e dell’amigdala), al corporeo (aumento o diminuzione di peso). Fatto è che una combattiva come lei sembra ridotta a comparsa. D’altro canto proprio Gaffeo è stato il suo Killer politico. Gli ha sfilato di mano le folgori vincenti del centro sinistra. Rendendola “superflua” in consiglio comunale. Avesse dirottato un pò dei suoi voti sulla Gambardella, allora sì, nonostante l’amaro calice, avrebbe avuto ancora aperte le porte dell’avvenire. Immaginatevi: Gaffeo rispedito nella città del Buoncosiglio, e lei che affettava giorno dopo giorno il centro destra. Ora, lo scaltro professore, l’ha pure bypassata a centro-sinistra e fra i civici. Era infatti in prima fila alla Gran Guardia, sere fa, fra i sindaci un tempo affini a Silvietta. Come quello di Adria, per esempio. Naturalmente lei e “i suoi” erano assenti. Che ci sarebbero andati a fare? Voto 5
Pare che il Partito democratico veneto e nazionale non intenda derogare e garantire il terzo mandato al consigliere regionale Graziano Azzalin. Che, giusto affermarlo, è stato il più attivo dei consiglieri Dem in laguna degli ultimi trenta anni. A sedia vacante se ne aggiunge però una scricchiolante. E’ quella di una o una assessore del comune di Rovigheto (intoccabili, per vari motivi Cattozzo, Zambello, Alberghini e Merlo). Graziano oramai è un big provinciale. Non si può non tenerne conto, perché conta. Se il giorno in cui, da oscuro comunista, venne assunto in ASM, si demolì una finestra facendola divenire porta (rimettendola poi, dopo un mese, causa un mio articolo con tanto di foto che segnalava che l’edificio era sottoposto a vincolo) è oggi impensabile che uno degli artefici della vittoria del professore rimanga escluso dalla giunta. Chi far fuori, dunque? Ecco quello che sarà un non problema, per i solati della sinistra. Il più “nudo”, senza voti sarebbe il vice sindaco Roberto Tovo. Anche se il meno indicato, lo avevo scritto, a mio avviso è l’assessore alle Partecipate e Bilancio. Mi confermano, amici di sinistra, che nell’illustrazione del Bilancio si è dovuto alzare il sindaco Gaffeo, un tantino seccato, per portare a compimento l’illustrazione. Voto 6
Rovigheto, gheto, gheto, gheto. I pomeriggi, le serate dei fine settimana ci consegnano una città, anzi un villaggio da incubo. Disperante. Spettrale. Un mio amico, che gira molto, mi ha garantito che solo una città italiana, calabrese, supera la disastrata Rovigo. Ci credo. Non a caso siamo ben piazzati nella classifica relativa ai suicidi. Voto 2
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