La pagella della settimana
26 ottobre 2020
La lega Nord di Trecenta ha deciso di “uscire dalla maggioranza” del comune amministrato dal centro destra. Perché non erano stati accolti i propri progetti di rilancio del centro altopolesano, un tempo in auge, vi chiederete? Ma no! Non scherziamo! La decisione è invece maturata perché il sindaco, cui spettano le attribuzioni di nomina della giunta, non avrebbe concordato la surroga di una assessora salviniana dimessasi perché diventata consigliere regionale. Tale Simona Bisaglia, sconosciuta o se non altro poco apprezzata dai trecentani che poco più di un anno fa non gli avevano concesso di approdare in consiglio comunale, ricevendo una quarantina di voti. Era stata invece ugualmente “promossa” in giunta dal sindaco, su indicazione dell’assessore regionale Corazzari. Il partito di Zaia, sentendosi sfregiato nel non aver potuto indicare la sostituta, ha quindi emesso un brusco comunicato stampa, immediatamente dopo che il primo cittadino aveva nominato una Brusco, di nome Daniela, come assessora. Antonio Laruccia non ha però gradito lo sgarbo leghista: fosse stato un polentone polesano probabilmente avrebbe abbozzato. Invece no. Che abbia voluto vendicare Berlusconi e i Forzaitalioti che sono stati esclusi dalle giunte di Veneto e Liguria? Quello che comunque certo è questo: primo motivo, è un meridionale; secondo un ex militare. Ha quindi scaricato la mitragliera, rispondendo per le rime alle righe. Ma soprattutto fornendoci gli elementi, direi la prova, che “tutti possono diventare onorevoli o consiglieri regionali”. Fino a pochi anni orsono era considerata una battuta da bar, purtroppo divenuta attuale dopo il suffragio universale, e soprattutto negli ultimi decenni. Basti osservare dove stiamo finendo. Così è capitato che una gentile signora, non particolarmente apprezzata politicamente in loco, con l’aiuto della “manina” di Cristiano Corazzari, abbia raggiumto 860 preferenze, su una popolazione di oltre 200.000 aventi diritto, da cittadini che sì e no la conoscono. Sta di fatto che è approdata a Venezia per cinque anni, e si porterà a casa oltre 500.000 euro. Poi ci si stupisce se i polesani scommettono milioni di euro sulla Dea Bendata. PROMOSSO
Si candidano, ripeto si candidano per ricoprire ruoli pubblici, più o meno impegnativi, ma sempre retribuiti. Nessuno li obbliga e li trascina per la giacca. Poi, una volta raggiunta e occupata la poltrona, iniziano a giocare allo scaricabarile. Primo perché mancano peculiarità e preparazione che avevano i “vecchi” politici, secondo perché hanno il terrore di perdere il consenso dei cittadini operando scelte che sarebbero invece loro dovere, terzo perché attendono che le decisioni impopolari giungano “dall’Alto” per scostarsene. Così a Rovigheto, per esempio, dove osservo come il sindaco Gaffeo si tenga ben alla larga da intraprendere decisioni “solenni”, nonostante le “Competenze del Sindaco” siano chiarissime ed elencate nel “Testo Unico degli Enti Locali”. Come in questi tempi di pandemia da coronavirus (considerate che può addirittura firmare un TSO, Trattamento Sanitario Obbligatorio, sic). Noto che il mercato del martedì e del sabato continuano a svolgersi imperterriti (si tratta esattamente della stessa situazione di assembramento, stoppata per Fiera d’Ottobre, seppur ridotto ma dallo stesso impatto). Anche il neo assessore alla Polizia Locale e Commercio, Patrizio Bernardinello, pare non azzeccarne una, a sentire quanto reclamano gli abitanti di Piazza XX Settembre. “I giovani ammassati sui muretti non costituiscono un problema e motivo d’allarme”, aveva risposto al consigliere Rossini che si era fatto promotore di un problema reiterato segnalatogli dai residenti, durante una conferenza stampa col sindaco. Bastava fare qualche sopralluogo pomeridiano o serale per udire “…adolescenti poco più che maggiorenni…” tirare giù la Madonna con bestemmie e schiamazzi, o annusare l’aria per comprendere che il fumo non è d’arrosto, o chiedere agli spazzini cosa trovano durante le loro operazioni mattutine. Ieri si è sentito in dovere di emanare un comunicato “chiarificatore”, che altro non fa che “sorvolare” il problema “…invitando i cittadini a segnalazioni e suggerimenti utili…”. Una risposta più da “strizzacervélli” che da assessore, quella di invitare la popolazione incazzata a sfogare la propria rabbia, esternando il problema. Come non lo avessero già fatto. Un passaggio definito dagli psicologi importante, per reagire a situazioni negative, e non farsi avvolgere dalla frustrazione. Ma la gravità, elusa dall’assessore, se convalidata da quanto affermato dal capogruppo “Gambardella Sindaco”, sta nelle frasi a lui indirizzate da “alcuni addetti al Corpo di Polizia Locale”, guidata dall’assessore, cioè i Vigili Urbani rovigotti, dipendenti pubblici, che gli avrebbero scritto:”… tutti i tardi pomeriggio e le sere ci chiamano per assembramenti in piazza XX Settembre. Dopo queste esternazioni del sindaco e dell’assessore eviteremo di andarci…“. Ma questi nostri due pubblici ufficiali, di cui uno anche poliziotto, non hanno niente da dire in proposito? BOCCIATI
Indossa giacche colorate, come un tempo facevano l’avvocato Migliorini in Polesine e l’avvocato Guariente Guarienti a Verona. Lui si chiama invece Paolo Teti e organizza, in giro per l’Italia, serate per l’elezione di miss. Ne ha inventate di tutte le risme: da miss nonna, a miss mamma, a miss eleganza e avanti all’infinito. Ad ognuna viene assegnata una fascia. Noi non abbiamo chiaro, e non immaginiamo nemmeno cosa posso stimolare tante ancor belle signore, una volta definite “tardone”, questo richiamo alle passerelle. Annoiate, a volte tradite, separate, stanche di figli e nipoti e del solito tran tran quotidiano prendono in mano il telefono e si iscrivono al concorso. Poi partono, anzi acorrono tutte imbellettate, rinate dopo qualche settimana di digiuno, e via col liscio e striscio. Non so chi abbia diritto al voto o quanta gente, oltre ad amanti familiari e curiosi, assista a queste corse su corsia. Da spettatore mi godo da lontano questa “Bella Epoque”, ammirando le foto di queste ancora piacenti signore. Teti, sei il nostro Totti. PROMOSSO
In questa nostra lingua di terra fertilissima, definita erroneamente Mesopotamia (là c’erano i Sumeri, sic) pare che le notizie, gli eventi anche i più drammatici, si possano contare sulle dita di una mano. Ai tempi di tangentopoli chi, tra politici e imprenditori, non aveva ricevuto come minimo un avviso di garanzia significava che non contava nulla o quasi. Oggi invece sui social impazza il contagiato vip da virus: la Pellegrini, la Lorenzin, la De Girolamo con il marito Boccia, e pure Valentino Rossi. Tutti a informarci dei quotidiani bisogni e bisognini che affrontano nel loro isolamento, però con vista nazionale. Un tempo la malattia era un fatto privato, da gestire tra le mura domestiche. L’unico polesano che ha tenuto testa, e si è inserito nel palmares, è l’ex onorevole Luca Bellotti che attraverso un giornale online ci ha informato che è della partita, positivo al cov e quindi in quarantena. A lui, come a tutti gli altri, il nostro augurio di una pronta guarigione. RIMANDATI
Siamo stati finalmente e correttamente informati che un cittadino di origine marocchina sarebbe morto “di solo covid”. Questa notizia, fornita dall’ULSS 5, è una doppia notizia. Che cioè fa veramente notizia è che una persona, seppur di 67 anni, quindi non un ragazzino, sia “deceduto” per infezione da “solo Cov”. L’altra risposta, conseguente, sulle cause delle morti la ricaverete da soli, se non siete tonti. Allontanandovi da quei sempliciotti che, ospitati nelle televisioni, sparano diagnosi non rendendosi conto che se la loro bocca rimanesse chiusa non si aprirebbero certe domande. “La colpa del ritorno della seconda ondata è a causa degli assembramenti che ci sono stati quest’estate, in discoteche e spiagge, hanno affermato” questi moderni ebetuncoli di Dodona. Sostituendosi a virologi e infettivologi che hanno stabilito in dieci giorni il manifetarsi dei sintomi. Loro li hanno addirittura stracciati e ci hanno edotto informandoci che il virus è rimasto sospeso nell’aere da quest’estate per circa tre mesi (niente caos e ricoveri). Per poi scendere improvvisamente dal cielo su di noi, ignoranti e maliziosi. BOCCIATI
Le commedie sono vietate in questo periodo di cov? Certo, anche se assistiamo a rappresentazioni collettive ben tratteggiate da Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière, quando licenziò “Il Malato Immaginario”, che vide la sua prima rappresentazione il 10 febbraio del 1673, a Parigi. La scena l’ho immediatamente immaginata quando ho saputo che presso l’ospedale cittadino si eseguivano tamponi 24 ore su 24. E sono iniziate le scene dei rodigini, di giorno e di notte, naturalmente, per farsi tamponare. E’ bastato un nonnulla, anche immaginario, e via di corsa a farsi tamponare. In Francia nel XVII secolo “immaginario” significava pazzo. Credo che la sintomatologia più grave in atto oggi riguardi l’atrofizzazione del cervello dei cittadini, oramai schiavizzati e terrorizzti. Girano mascherati, senza più volto, personalità, tristi, invecchiati e anonimi. Se leggessero poi quanto alcuni studiosi e scienziati affermano, e cioè che “….da fonti della Commissione Europea e dall’Istituto Superiore di Sanità, non esiste a tutt’oggi nessun marker specifico del virus, e dunque nessuno standart che possa rendere i tamponi affidabili…. Oggi sono 100 quelli circolanti e sono esentati dai controlli previsti dalla legge europea sui dispositivi medici del 1997, e nemmeno alla nuova norma europea del 2017, che entrerà in vigore solo a Maggio del 2022. Ci sono 150.000 diversi sequenziamenti del virus presso la banca dati dei virus GISAID, erano 70.000 ad Aprile, e continuano a crescere perché si trovano sempre nuove mutazioni, e ciò rende i tamponi circolanti del tutto inutili…” , avrebbero ulteriori elementi per comprendere. Quando, tra non molto si tireranno le somme per pagare miliardi e miliardi di soldi spesi e si taglieranno pensioni e altro, credo che in molti recupereranno il senno. BOCCIATI
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