La Pagella
Non ho visto il Festival della Canzone di Sanremo. Però ho letto i giornali che esaltavano Drusilla Foer. Un “Angelo senza sesso” di 54 anni che, a quanto si scrive, è stato il vero protagonista della settantaduesima edizione. Gianluca Gori il suo nome di battesimo. Personaggio rappresentativo di quest’epoca neutra? Neuter in latino significa ne-uter, ne’ uno ne’ l’altro. Smentito però dalla Summa Theologica di San Tommaso che sosteneva che gli angeli, non essendo dei corpi e non avendo corpi che siano tra loro uniti nella natura, “accadeva loro…di assumere dei corpi…”. Certo è che ci voleva questa nuova “eurovisione”per assopire il linguaggio materiale che ci portiamo, e non solo dalla nascita del festival nel 1951. Sole uguale maschio, Luna femmina. Poi parole offensive e discriminatorie come frocio, troia. Drusilla pare fosse frequentatrice, sin dal suo esordio dei “salotti buoni”, cioè quelli frequentati da importanti personaggi che trovavano svago nel misurarsi con la diversità. Una dea elegante, che “…consiglia di fare molto sesso…e che l’unica cosa che approva di una casa sono i divani… e che il bagno è il luogo più democratico, dove tutti facciamo le stesse cose per le stesse necessità…”, intelligente e simpatica. Anche a Bagnolo di Po, la mia giovinezza ha intercettato personaggi considerati “diversi”, di nome e di fatto. Un signore che viveva rintanato in mezzo alla campagna e si truccava e vestiva in modo effemminato. Dai bagnolesi era deriso e chiacchierato. Un altro, invece, arrivava in paese nel periodo ferragostano per trovare l’anziana madre. Era ben vestito, educato, curato, frequentava cinema e teatri nella grande città del nord dove aveva aperto una attività commerciale. Mitica fu una festa da lui organizzata nella sua villetta. Gli invitati furono tutti selezionati, naturalmente. Ma il bello arrivò al termine della allegra serata. Un insegnante, anche lui appartenente alla stessa “parrocchia”, dovette accompagnare a casa una collega presente al ricevimento. A metà strada, con la lingua sciolta forse a causa dell’alcool, la signora lo stuzzicò dicendo: “…che bella serata. Certo che per concluderla magistralmente ci vorrebbe un uomo..”. Al che, il maestro C. rispose: “… Si tesoro, hai ragione, ma a quest’ora dove lo troviamo?”. Ecco, un evento, una frase goliardica che in paese ha tenuto banco per anni.
PROMOSSO
Il giorno 27 gennaio si è celebrato anche a Rovigheto il giorno della memoria dedicato alle vittime della Shoah. Il 10 gennaio si è ripetuto per i martiri delle Foibe. Un perseguitato e oppresso dovrebbe essere un perseguitato e oppresso da qualsiasi parte lo si osservi. Pare che così non sia, soprattutto quando la mente finisce offuscata da spirito di parte. Quel monumento in onore degli ebrei in Piazza Annonaria in città lo si deve al sottoscritto. Ho fatto la proposta e ne ho seguito la realizzazione, dopo che il consiglio comunale l’ aveva approvata all’unanimità. Questo è il ruolo per chi si occupa temporaneamente di politica. Lasciare una traccia alla cittadinanza, non il suo nome e cognome. A proposito di ricordo ripenso a quanto riferitomi da un amico, Roberto Joos. Nato a Gorizia nel 1926 e morto a San Donà di Piave nel 1998. Giornalista del Gazzettino e consigliere dell’Ordine, critico d’arte, scenografo e pittore. Una sua mostra, alla Gran Guardia, sponsorizzata dall’ultimo valido sindaco che ha avuto il centrodestra, Carlo Piombo, ebbe un notevole successo. Joos mi raccontava quando viaggiando a bordo di un treno venne a conoscenza dell’esodo che dovette subire la sua famiglia proprietaria di un ristorante. Rimasero in due e due quattro in braghe di tela. A distanza di anni mi chiedo se il motto “Il lavoro rende liberi”, posto all’ingresso dei lager nazisti, e “Il lavoro è questione di onore, di gloria, di valore, di eroismo” che c’era all’entrata dei gulag sovietici, possano essere così differenti? Nonostante ciò, nelle “due Germania”, ancor oggi esistono chiusure mentali che confrontano nazismo e comunismo. Per gli abitanti della Germania Est, dove hanno provato sia uno che l’altro, pari sono. Noi occidentali invece crediamo che il comunismo sia stato un po’ meno tragico.
PROMOSSO
La massima autorità religiosa per i cristiani, il Papa, si è fatta intervistare dal “chierichetto “Fabio Fazio. Quello dalle domande retoriche, spesso banali e contrarie al vero giornalismo. Un colloquio che, come hanno intercettato i più attenti fra i giornalisti, era stato registrato. Ne sono convinto anch’io, conoscendo come si svolgono certe importanti rappresentazioni. Questo comunque ha poca importanza. Siamo vaccinati anche in Polesine alle interviste in ginocchio. Non essendo fra i sei milioni e mezzo di telespettatori, ho però visto “spezzoni” dell’evento. E mi sono bastati. Col rispetto dovuto, il dono del libero arbitrio mi spinge a dire che più sento esprimersi il Pontefice, più assisto a suoi gestì, più mi accorgo che questo Immenso Dio che le suore mi descrivevano nella mia infanzia, è disceso troppo in basso su questa terra, facendosi “uomo”. Una delusione, non per gli innumerevoli commentatori baciapile, spesso ipocriti che lo hanno legittimamente incensato in televisione. Vedete, quando il mistero si chiarisce, l’enigma spesso si dissolve. Ricordo le messe recitate in latino, quando i fedeli non ci capivano niente, perché molti non avevano nemmeno completato le scuole elementari. Forse era anche per quello che ne subivano il fascino. In modo totale. Sentimento uccide il ragionamento. Appunto.
BOCCIATO
Il Veneto alle prossime elezioni politiche del 2023 perderà 8 senatori e 18 onorevoli. Mi sono sempre dichiarato a favore della diminuzione dei parlamentari e favorevole al loro sfoltimento. Credetemi, non si tratta come qualcuno sostiene che così si diminuisce la rappresentanza democratica, ma invece eliminare incapaci yes man. Lo penso non per spirito populistico o demagogico. Ma per accertata delusione registrata dai tanti nostri rappresentanti locali. La cui unica certezza è determinata da quanto ci sono costati e dagli innumerevoli privilegi che hanno goduto e godono. Gente “nominata” dalle segreterie di partito, in modo che l’elettore aveva un’unica possibilità, prendere o lasciare. O non recarsi al seggio, come è accaduto. Meglio però chiarire, con un esempio. La nostra unica deputata, Antonietta Giacometti, credo sia una signora gentile, gradevole, senza spocchia, certamente positiva nella vita quotidiana. Ma assolutamente inadatta a rappresentare il Polesine. Di lei, in più di quattro anni di attività parlamentare, poco o nulla si conosce. Nemmeno il suo pensiero proveniente da interviste, prese di posizione sui problemi di questa lingua di terra tra Po e Adige. Presente assidua in aula vota, e questo probabilmente al Carroccio basta e avanza. Non conta poi assolutamente il suo grado di istruzione, la terza media. Abbiamo avuto una operaia, poi sindacalista come la ficarolese Ivana Pellegatti che invece si arrampicava sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama. Come Teresa Bellanova, pure lei operaia e sindacalista, con il medesimo corso di studi. Non solo è sempre disponibile a farsi intervistare, ma sfodera interrogazioni, proposte e dimostra di avere il quid per sedere con onore nella sede in cui si decidono le leggi.
BOCCIATO
Per essere un vero comunista bisogna essere milionari. Lo scriveva uno dei più grandi intellettuali e scrittori del primo Novecento. Che non era certamente di destra. Ma un uomo intelligente che osservava, valutava e capiva. Non era ancora morto il miliardario Giangiacomo Feltrinelli vittima di un suo tentato attentato a un traliccio Enel a Segrate. E vive in agiatezza il tesserato numero uno del Partito democratico Carlo De Benedetti. Che, da padrone dell’informazione, ci scherzava pure: “Non ho capito- disse a un divertito Bersani- se la tessera non l’hanno fatta o l’hanno fatta e non me l’hanno data”. Ma si, negli anni ha trovato la strada in discesa piallata sia dalla magistratura che dalla politica che gli hanno permesso di tutto e di più. Sulla scia della caccia al benessere, prioritaria per sindacalisti e politici soprattutto de sinistra, ecco il neo segretario piddino Enrico Letta, che segue parallelamente la strada dello zio Gianni. Reddito dichiarato 621.818 euro. Guadagnati quando frequentava gli Champs Elysee e riceveva consulenze, naturalmente mai chiacchierate come quelle di chi lo aveva rimosso dalla presidenza del Consiglio, Matteo Renzi. Eppure il professore di Scienze Po risulterebbe tra i fondatori della società di mediazione “Equanim” per due anni è stato in “Publis”, colosso pubblicitario francese criticato per i rapporti con la Monarchia Saudita di cui curava l’immagine, ma anche vicepresidente per l’Europa occidentale del veicolo investigativo cinese “Tojoy”. Che lontani i tempi in cui Nicola Badaloni, medico e parlamentare socialista, dedicava la sua vita ai contadini, ai poveri trecentani morendo in indigenza. Pagandosi di tasca propria il biglietto del treno per recarsi a Roma in Parlamento per relazionare su pellagra, malaria e proponendo la legge sui veterinari municipali. Dice un proverbio arabo:” Le azioni parlano più forte delle parole”.
BOCCIATO