Il bacio di Giuda
26 marzo 2022
Fra un anno andremo a votare per rinnovare il parlamento, che sarà sfoltito. Si passerà da 939 a 596 parlamentari, tra onorevoli e senatori. Per rivedere le nuove regole è stata varata recentemente una commissione che sta affrontando anche il problema di porre un freno alla transumanza di onorevoli e senatori che dovessero in futuro decidere di cambiare casacca. Le proposte vanno dall’impossibilità di accogliere in un altro partito i transfughi, di eliminare il Gruppo misto e di privarli dei benefit. Nei quattro anni di questa legislatura ben 214 parlamentari hanno cambiato e voltato gabbana per ben 304 volte. La curiosità mi ha indotto a visionare i comportamenti della “vecchia” e “nuova” politica di casa nostra. Gli onorevoli Giuseppe Romanato, Antonio Bisaglia, Elios Andreini, Ivana Pellegatti, per esempio, hanno onorato gli elettori sia della Democrazia Cristiana che del Partito comunista, rimanendo fedeli dall’inizio alla fine del loro mandato. Un tempo era così. Comportamenti che sono però mutati negli ultimi anni. La dimostrazione si ha con Gabriele Frigato che dalla DC è poi transitato nel PPI, nel DL per finire nel PD. Anche Fabio Baratella, dopo un anno, ha lasciato i DS per approdare a Sinistra Democratica e finire nel Partito Socialista. Così Luca Bellotti da Alleanza nazionale è passato al PDL, poi a Fratelli d’Italia per poi ritornare nel PDL. Non da meno Bartolomeo Amidei da Forza Italia a Fratelli d’Italia. Comunque, questi personaggi, non hanno lasciato traccia alcuna nella storia polesana. Dal Novecento ad oggi solo Bisaglia e Matteotti, scomparsi prematuramente, hanno occupato le cronache e libri di storia. Per il “Tony” nazionale l’ascesa è stata fulminea, come il suo oblio. Sparito dalla memoria. Gli hanno titolato una sala al Censer, ma il suo ricordo è depositato nella mente di qualche vecchio amico. Al contrario, a Giacomo Matteotti, ucciso su ordine di Benito Mussolini, sono state intestate vie, piazze e monumenti, oltre ad aver innalzato la sua casa di Fratta Polesine a Museo Nazionale. Vorrei ora sviluppare un pensiero, che mi auguro non venga travisato. Se Matteotti non fosse stato assassinato avrebbe ugualmente avuto un così grande risalto nella storia italiana e mondiale? In parole povere: fu un criminale, come Mussolini, che con l’efferato delitto da lui commissionato, consegnò il martire alla storia? Credo di sì. Tanto che alla mente mi è tornato un altro fondamentale “omicidio”. Le cui vittime non vanno confuse ma dove il ruolo dei “mandanti” ha avuto un’importanza pregnante per renderli “immortali”. Mi riferisco al Duce e a Giuda: un dittatore e un traditore. Fu infatti l’Iscariota che per “trenta denari” vendette Gesù portandolo al patibolo. Ma nel contempo lo “consacrò” a fondatore del Cristianesimo. Se non ci fossero stati un Mussolini e un Giuda la storia sarebbe probabilmente cambiata. Mi vorrei soffermare però su due tradimenti, raccontateci dai Vangeli: quello di Giuda Iscariota e di Simon Pietro. Mentre il primo con il famigerato “bacio” consegno’ Gesù in mano ai suoi carnefici, Simon Pietro “prima che il gallo canti” nego’ per ben tre volte di conoscere Cristo. Quest’ultimo fu però perdonato perché aveva commesso un tradimento tollerabile, che potremmo compiere noi tutti ogni giorno, tanto che diverrà poi il fondatore della Chiesa. Per Giuda, suicidatosi come gesto di lealtà verso il Maestro, il discorso è ben diverso. Il suo atto, travisato ai più, fece invece si che il figlio di Dio si facesse compiutamente uomo, e morisse come tutti gli esseri umani. Lo testimonia quel “Padre perché mi hai abbandonato”, gridato sulla croce. Cioè Gesù non comprese che quel gesto di Giuda fu previsto e determinante, perché voluto da Dio affinché si realizzasse il Disegno divino.