Viviamo nell’epoca dell’imitazione
“Buongiorno signore ha bisogno, posso esserle utile?”. Era il biglietto da visita dei vigili urbani di Rovigheto negli anni Settanta. Cortesia, disponibilità verso i cittadini che li incontravano attivi sulle strade. Li ricordo di punto vestiti: indossavano le divise con orgoglio. Erano guidati da comandanti rispettosi e rispettati. Nelle importanti occasioni si presentavano con guanti bianchi e caschetto. Era un piacere vederli dirigere il traffico su Ponte Marabin, per esempio. Stile e autorità emergevano. Oggi agli originali si affiancano le riproduzioni. È la creatività che sta sperimentando il sindaco di Villadose. Guardie municipali imitazioni dell’originale, in cartone, plastificate o in ferro. Un risultato è certo: stravaganti decisioni di amministratori che operano nella “società dello spettacolo”. Dove dei finti politici si travestono da onorevoli e senatori. O assessori e presidenti. L’importante è “dar da intendere, far credere” al popolo che i ruoli sono assegnati, dei risultati poco importa. Mancano i poliziotti urbani? Si producono le copie. Si vuole fare prevenzione stradale? Si installano finti autovelox di plastica. Quelli veri servono soprattutto per rimpolpare i bilanci comunali, non c’è dubbio. Insomma, man mano che la società progredisce, gli esseri umani, nati originali si trasformano divenendo copie. Ci si veste, si pensa, ci si comporta seguendo spesso regole esterne dettate da chi usa gli strumenti impositivi dell’informazione. Uno scimiottamento che produce ansia, insoddisfazione, malattia. Siamo nell’era “della copia conforme”. Siamo noi viventi che dobbiamo somigliare alle foto depositate nei documenti ufficiali, non il contrario. Il vivo alla copia. E dobbiamo essere noi, matrice autentica, a implorare la nostra sudditanza e confrontarci con la riproduzione.