Il travaso delle idee
25 ottobre 2019
Durante una seduta spiritica casalinga è emerso che il sindaco, Edoardo Gaffeo, non direbbe pubblicamente quanto pensa sul destino del tribunale di Rovigo. Eppure era stato l’unico in campagna elettorale a raccogliere le firme di quasi 500 cittadini, per un impegno solenne: se sarò eletto sindaco il tribunale da lì non si sposta. Mutatis mutandis. La sua precisa volontà, emersa tramite la magia, sarebbe invece quella di portarlo fuori, lasciando un ulteriore vuoto urbano (come non ne avessimo in grande abbondanza) fatale per Rovigheto e la sua economia. Oltre cento giorni non sono bastati, e oramai non basteranno, sino ai primi di novembre quando si recherà a Roma per discutere sul finanziamento “Bando periferie” che, diciamocelo, prevede quindi di traslocare lì il tribunale. Un sindaco intelligente, di sinistra, ecologista, dovrebbe invece trovare il coraggio e battere i pugni sui tavoli ministeriali (che ricordo hanno dirigenti che sempre sono “comandati” dai politici, quelli capaci, naturalmente) e avere il senso civico di demolire il vecchio rudere, portando a casa i soldi e risistemare tutta la Commenda e le zone limitrofe. Rovigheto, con i suoi 30.000 abitanti del centro storico e quasi 20.000 disseminati nelle undici frazioni, non può nemmeno lontanamente scimiottare Padova (210.000) dove il Tribunale è stato spostato di poco dal centro, non influendo minimamente sulle dinamiche socio economiche locali. Quindi la “maschera”, che tutti indossiamo, ma che nei politici si sovrappongono, tra non molto, secondo “gli spiriti amici” verrà, come le foglie in autunno, a cadere dalla faccia di Gaffeo. Inizieremo così a comprendere meglio il personaggio che guida la nostra amministrazione. Il “Bando delle periferie” è cosa buona e giusta. Lo sarebbe stato se la precedente amministrazione e gli uffici comunali avessero ben operato, come hanno fatto tantissimi comuni italiani che, piazzandosi ai primi posti della graduatoria e non agli ultimissimi come Rovigheto, hanno già ottenuto i finanziamenti, ed hanno anche quasi ultimato gli interventi. Senza ricorrere a ulteriori debiti accendendo altri famigerati mutui, come par di capire farebbe ora Gaffeo. La Commenda è fuor di ogni dubbio “periferia”, come lo dice il Bando stesso. Quindi, spostare il Tribunale in periferia significherebbe rimangiarsi un impegno solenne, direi meglio: “la faccia”. Mi spiace che l’autorevole avvocata Elena Biasin, capogruppo della sua lista in consiglio, che aveva solennemente sposato l’impegno di non trasloco, ultimamente taccia. E dispiaccia. I giorni, e il tempo che fugge inesorabilmente ci dimostra che è completamente assente una minoranza, o opposizione che dir si voglia. Per “stanare” i vari allestimenti scenici che avvengono sempre dietro le quinte di chi fa politica, prima di presentare lo spettacolo al pubblico quando sarà belle pronto e non modificabile, basterebbe che alcuni consiglieri comunali raccogliessero le firme per una convocazione urgente ad hoc sul tema, sparigliando eventuali giochetti, e surrogando il formale impegno mai adottato dall’amministrazione . “… sul destino del tribunale sarà fatto un consiglio monotematico…”. Vette, per dei politici incapaci, impossibili da scalare.
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