Pidocchi a Rovigo, urge disinfestazione
1 marzo 2019
Manifestazioni di gioia, i fratelli coltelli, però cristiani, che, in un breve messaggio inviato ai giornali – costituito da centinaia di parole – recitano un mea culpa, mea maxima culpa rivolto ai cittadini. Un confiteor o preghiera con la richiesta di perdono, chiaramente auto assolutoria e postuma, che dovrebbero invece, e in rigoroso silenzio, rivolgere a Dio. Un aspetto, un tassello, un ulteriore danno all’immagine di Rovigheto, sempre più ghetto, dopo la “caduta di Bergamin”.
Bergamin chi? Mormorano tra loro, senza arrossire, i lacchè che fino a quindici giorni fa sembravano degli handicappati felici, privi di vista, udito e soprattutto parola. Tra loro anche miracolati di fantozziana memoria, tipo il ragionier Filini. Sino a oggi ce la siamo scampata. Non abbiamo ancora assistito a cortei spontanei di profughi del centrodestra con bandiere e striscioni con scritte tipo “Abbasso il Signor Sindaco”, “Fine di un dittatore”. Nemmeno con turni extra di Ecoambiente, chiamato per raccogliere e smaltire dai cassonetti dei rifiuti le foto che ritraggono i tanti sudditi rovigotti mentre appaiono, sorridenti col sindaco, immortalati nei vari incontri succedutesi nell’era “Massimo”. Trattasi di materiale che scotta. Anche sulle mura della città in data odierna non vi sono tracce di scritte “Abbattuto Bergamin”, “Rovigo è Libera”.
Plutarco, questa specie di miserabili voltagabbana, che non riescono a provare almeno un po’ di vergogna di loro stessi, li paragona ai pidocchi, tratteggiandoli così: “i pidocchi fuggono via dai moribondi e abbandonano i cadaveri quando si spegne il sangue che da’ loro nutrimento; allo stesso modo, è dato di vedere come gli adulatori non s’accostano ad una preda secca e fredda, ma s’attaccano alla gloria e alla potenza e vi prosperano. Poi, appena il vento cambia, si dileguano”. Prima delle tiepide giornate maggesi, che ci porteranno alle elezioni amministrative, prego il signor commissario prefettizio, Nicola Izzo, di predisporre a Rovigheto una massiccia campagna di disinfestazione dalle pulci vaganti.
Roberto Magaraggia
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